Devo precisare per onestà nei confronti del lettore che nel momento in cui sto scrivendo questo articolo, non ho ascoltato né letto il famoso "discorso di Putin". E tuttavia - in merito, faccio lo stesso discorso che feci sull'autobiografia di Harry - non mi interessa approfondirlo o, meglio, magari lo andrò ad ascoltare, ma non cambierà di una virgola il senso di questo articolo. Le parole sono la parte meno importante dell'azione di un politico, perlomeno se le consideriamo per i significati apparenti e non per i sottintesi. Peraltro, sebbene la Russia abbia minacciato anni e anni di prigione a chiunque osi definire guerra quella in Ucraina e non "operazione speciale", si tratta del discorso del presidente di un paese in guerra che, in quanto tale, sicuramente conterrà la sua abbondante dose di balle.
E tuttavia, come nella famosa gag di Massimo Troisi intervistato dopo lo scudetto del Napoli fingendo di non saperlo e di indovinare tutto ciò che aveva detto la stampa, posso già immaginare cosa abbia detto Putin sicuro di non sbagliarmi: avrà sicuramente giustificato la sua azione, avrà certamente profuso la sua dose di vittimismo, avrà in sostanza dato la colpa del conflitto unicamente all'Occidente, così come avrebbero fatto Biden o Zelensky a parti invertite. E prima ancora di leggere i social, posso intuire ciò che avranno detto i tifosi di ambedue le parti: i russofobi lo avranno descritto come un discorso delirante, del nuovo Hitler, mentre i filorussi lo racconteranno come il sermone del più grande statista di tutti i tempi. Insomma, ognuno porterà il proprio mattoncino alla diffusione del "punto di vista morale" dell'una come dell'altra parte, in totale spregio dei propri interessi. E, a differenza di Troisi, non volendo essere la moglie di Putin o dei suoi collaboratori né tantomeno esserlo dei tanti influencer che ne propagandano le tesi, non mi interessa nemmeno valutare quale sia la reale verità, perché di questo conflitto ho sempre avuto una visione chiara e netta, che deriva da un tipo di sovranismo di cui nessuno parla: il sovranismo morale, l'idea che la propria visione del mondo si debba basare esclusivamente sulla propria cultura, sul proprio paese, sui propri interessi, non sull'eccezionalismo di questo o di quel gigante geopolitico.

Proprio per questo, lo dico consapevole che la sommarietà di questo discorso - oltre al fatto che non verrò mai chiamato ad applicarlo - non mi metterà nelle condizioni di misurarmi con le controindicazioni che avrei dovuto affrontare, se fossi stato Presidente del Consiglio, non avrei esitato a schierarmi con la Russia e rompere con la NATO. Ritengo che questa guerra sia semplicemente folle, che gli Stati Uniti stiano - lecitamente, dal loro punto di vista - "mandando avanti" l'Europa nella prospettiva di dissanguarla, per farla scontrare contro un paese che non ha alcun interesse né possibilità di sottometterla come vorrebbero far credere molti russofobi e che a noi europei converrebbe molto di più essere amici della Russia che dell'Ucraina. Ritengo che gli Stati Uniti - e non da oggi ma da almeno trent'anni - vogliano semplicemente mandare in miseria l'Europa, ritengo che si debba anche smettere di parlare di Occidente, dal momento che la cultura americana e quella europea, con tutto ciò che di positivo e di negativo recano, siano al contrario totalmente incompatibili, e che dunque tutto il chiacchiericcio su chi sia il cattivo della situazione, sia solo un ammasso di idiozie. L'unico mio punto di vista morale della questione è che si debba unicamente badare al proprio interesse, che in quanto tale mi porta a ritenere che ci si debba schierare con la Russia. Naturalmente, sono disponibile a confrontarmi con chiunque ritenga che in realtà l'interesse dei paesi europei sia di schierarsi con l'Ucraina, che gli Stati Uniti non siano i nostri nemici - possibilmente basandolo sui fatti, non sulla verità rivelata - e se qualcuno mi convincesse che sostenere Zelensky sia molto più conveniente, mi vedrete colorarmi la faccia di giallo e blu. Viceversa, chi cercasse di convincermi che bisogna dare addosso a Putin perché è il nuovo Hitler, finirebbe nello stesso cestino mentale dove d'altra parte finisce anche chi vuol proporre la farsa del denazificatore che vuole salvare il mondo. Ho scelto, da sempre, di ignorare completamente il punto di vista di chi si ubriaca delle tifoserie propagandistiche dell'una come dell'altra parte. Circostanza, la mia, che ha a che fare proprio col sovranismo morale di cui parlavo che, a differenza delle altre tipologie di sovranismo (militare, politico, economico e - insegnamento che dovremmo aver tratto dal covid - sanitario) non è stato mai esplorato nel suo significato.
Se ci fate caso, sia da una parte che dall'altra del conflitto, siamo bombardati di prefiche sui tanti motivi morali per cui bisognerebbe stare con Zelensky e con Putin, ma nessuno di questi riguarda il nostro interesse. Il risultato è che essendo il conflitto in Ucraina lo scontro tra due mondi che non possono sopravvivere senza tentare di delegittimarsi reciprocamente, esso degenera in un conflitto tra universalismi morali dell'una e dell'altra parte, che pretendono di rappresentare la Verità assoluta non ulteriormente questionabile.

Non è nulla che non abbia vissuto chi ha affrontato l'era della Guerra Fredda che sicuramente ricorderà come, sia che leggesse un giornale di sinistra che un giornale di destra, venisse bombardato dal becerume presente in ambedue le narrazioni, ed è normale: l'Italia del tempo era divisa tra DC e PCI, entrambi facenti capo agli interessi degli Stati Uniti e dell'URSS. Com'era inevitabile che fosse, col crollo del Muro di Berlino il vero punto di fondo è che quel modo di trattare le questioni di geopolitica si è traslato anche in un'impostazione fondata sul globalismo morale che rappresenta oggi il reale motivo per cui non si riesce a far luce su quel che stia davvero accadendo. Tutti parlano di Putin o come di un criminale o come di un eroe, non riuscendo minimamente a concepire che sia semplicemente un leader politico che tenta di fare - bene o male che sia - gli interessi del suo paese.
Chi è davvero sovrano non necessariamente ha un'informazione davvero libera, ma almeno ha un'informazione sovrana dal punto di vista morale, nel senso che la sua visione del mondo è mutuata dall'interesse del paese stesso. Invece in Italia, come in tutti i paesi a sovranità limitata (ma sarebbe meglio dire inesistente) tanto i giornalisti mainstream quanto quelli che si improvvisano come tali nell'etere - siano essi mainstream oppure della controinformazione - sviluppano punti di vista sulla vicenda che non sono dettati dal proprio interesse ma da quello di altri paesi, in spregio al reale interesse del proprio paese.

Anche per questo il discorso di Putin non mi interessa. Chi sceglie comunque l'interesse del proprio paese, la sua scelta già l'ha fatta. Può darsi che sia una scelta sbagliata, può darsi che decidere di schierarsi con la Russia in questo conflitto sia un errore. Ma soltanto sulla base degli interessi del proprio paese ha senso sviluppare la propria visione del mondo, tanto più se gli sviluppi richiedessero di dover andare a combattere contro la Russia, circostanza che - sia detto con tutta la consapevolezza dei rischi che correrei in tal senso - mi vedrebbe darmi immediatamente alla latitanza, quali che siano le conseguenze. Non per codardia, ma perché non ritengo degno sprecare la mia vita per lottare contro un nemico che non ho mai ritenuto tale, per una guerra che non è mia ma di un paese che ha mostrato chiaramente di voler dissanguare l'Europa.
In questo senso, ciò che davvero manca al nostro paese è un sovranismo morale, la capacità di costruire una propria morale delle cose basandosi unicamente sull'interesse della propria patria.
Ma con decine di basi militari straniere e un debito astronomico, forse è una mancanza incolmabile, non almeno con questo sistema, non in questa fase storica.

P.S.
Alla fine poi il discorso di Putin l'ho ascoltato. E ha detto esattamente quello che mi aspettavo. Avrei potuto fare la stessa gag della buonanima di Troisi e sarebbe venuta perfetta, con la differenza che quella era una gag e ovviamente quel grande comico sapeva che il Napoli aveva vinto lo scudetto. Io invece davvero non sapevo nulla del discorso e l'ho indovinato. Ditemi "Bravo!".

Comments

Bravo 😂
Il NYT li ha commentati entrambi e alla fine ha concluso """""President Biden and Vladimir Putin, the leaders of the U.S. and Russia, laid out radically different visions for Ukraine’s future yesterday, offering contrasting narratives about who is to blame for the bloody, yearlong war. They seemed to agree on only one point: The conflict is nowhere near an end""""
Come si dice a Napoli? "Ci siamo scazzati'?
 
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Bravo due volte. Primo per aver indovinato il discorso di Putin; secondo per aver detto come stanno le cose in Italia. Con questo debito pubblico che abbiamo è molto difficile crearsi un " sovranismo morale".
 
Io ho trovato il discorso di Putin molto più corretto e lineare di quanto affermino i vari Bidè,Stolten,Von der Minchien e compagnia cantante. Un discorso che non fa una piega
 
Io non l'ho ancora ascoltato, e dire che avrei potuto farlo anche in originale. Il fatto è che, come a te, non mi interessa la retorica, ma la situazione sul campo. E questa rimane terribilmente soggetta a mistificazione. Solo oggi, dopo settimane di offensiva su Bakhmut, ho visto un giornalista degno di questo nome, Biloslavo, trasmettere dalla città e non dalla piazza di un luogo distante centinaia di chilometri.
 

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Franco Marino
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