Quando sui media mainstream si dice che nella guerra del Donbass ci sono un aggressore (la Russia) e un aggredito (l'Ucraina), si dice esattamente la verità. Ma non è niente che farebbe stare tranquillo un filoccidentale. Fino al 24 Febbraio del 2022, infatti, la sostanziale tranquillità dell'Europa partiva dalla consapevolezza che a nessuno dei paesi convenisse aggredirsi. Non conveniva ai piccoli paesi che, viceversa, si sarebbero dovuti confrontare con le reazioni di quelli grandi, figurarsi se ciò potesse avvenire tra le grandi potenze.
Ma questo equilibrio è finito nell'Agosto del 2021 quando il ritiro degli americani dall'Afghanistan ha, di fatto, certificato la fine dell'interventismo americano, perlomeno di quelli a cui gli yankee ci avevano abituati, e che l'osservatore più attento aveva già visto arrivare.

La guerra in Donbass, non si sottolinea mai a sufficienza questa cosa, non è certo iniziata quel giorno di Febbraio dell'anno scorso ma ben otto anni prima. Nel silenzio generale dei media, ucraini e filorussi del Donbass si massacravano in una delle guerre più crudeli che la storia ricordi. Se la Federazione Russa non è intervenuta direttamente, questo deriva unicamente dalla ragione che si temeva a Mosca una reazione americana. Appurato che gli Stati Uniti oggi non possono più intervenire da nessuna parte senza che questo veda una reazione russa, ecco la decisione di Putin di approfittare della cosa, con i media che spacciano il gran baccano che stanno facendo col fatto che effettivamente qualcuno stia difendendo l'Ucraina.
Tradotto, la decisione di Putin - giusta, sbagliata, lo deciderà la storia futura - nasce dalla consapevolezza della crisi del sistema americano che, del resto, già in Siria per esempio, aveva mostrato di non riuscire a ricavare il cosiddetto ragno dal buco.
Questo è un aspetto fondamentale. Chi come me, per esempio, è nato agli inizi degli anni Ottanta e si ricorda i famosi interventi americani, ricorderà come ognuna di queste azioni seguisse un canovaccio molto chiaro: dapprima la demonizzazione del cattivo di turno, poi le proteste che puntualmente finivano nel sangue, e infine l'intervento militare. Oggi, l'intervento americano è mirato unicamente a fornire armi a Zelensky perché non è possibile nient'altro. Gli americani oggi non avrebbero la forza di fare ciò che hanno fatto in Iraq, Libia e altrove. Ma non possono nemmeno permettersi di tirarsi indietro. Sono in un vicolo cieco.

Questa lunga premessa è di fondamentale importanza perché spiega finalmente anche l'argomento del titolo. Perché la moneta aurea che i paesi del BRICS vogliono adottare dal prossimo 22 Agosto, sarà la fine dell'Occidente? Perché il BRICS è esattamente l'emblema della direzione multipolare del mondo futuro. Gli Stati Uniti oggi, non avendo più orizzonti nei quali espandersi, devono contendere la propria primazia geopolitica con potenze che già si stanno affacciando in quelle zone dove un tempo gli Stati Uniti erano padroni, e alle quali stanno offrendo investimenti importantissimi. Molte aree africane sono in grande crescita e stanno vedendo migliorare le proprie condizioni di vita.
La cosa fondamentale da capire, quando si parla di moneta, è che essa ha un effettivo valore soltanto se essa stessa si fonda su un bene. Se invece è una moneta cartacea o, peggio ancora, elettronica, essa non è nient'altro che la promessa di un bene. Fin quando questa promessa si fonda su un sistema finanziario per nulla o poco indebitato, quella promessa avrà un valore. Quando, viceversa, il debito esplode a livelli incontenibili e l'economia si finanziarizza, ecco l'inflazione, ecco le materie prime che costano molto di più, ecco la povertà. In Occidente esiste una gigantesca quantità di carta e di bit, superiore di almeno otto volte la quantità di beni e servizi prodotti dalle economie occidentali, generando così una tossicità da cui è del tutto lecito che gli altri paesi vogliano difendersi. Finita l'era dei grandi contrappositori geopolitici, il multipolarismo genera una situazione ideale per cui tutti i paesi sono forti ma nessuno in grado di soverchiare l'altro. E questa è esattamente la morte dei paesi indebitati. Chi avesse interesse a far fallire l'Occidente non avrebbe che da fare una cosa semplicissima: comprare tutti i dollari in circolazione e rilasciarli, col risultato che una tempesta speculativa si abbatterebbe sulle economie occidentali, facendole fallire. Tutto questo è ben noto agli economisti - quelli seri - di tutto il mondo. Ed è noto anche agli Stati Uniti stessi i quali sanno benissimo che l'unica speranza di salvarsi è quella di abbattere il proprio debito. Di conseguenza, questo non-intervento militare in Ucraina, molto chiassoso ma poco sostanziale, ha in realtà l'unico scopo di dissanguare le economie europee che sono le uniche che oggi possono sostenere il debito americano. Fingendo di difendere gli interessi ucraini, in realtà gli americani stanno usando le casse europee per finanziare una guerra nella quale loro non metteranno MAI gli scarponi, dapprima aggredendo i loro risparmi per poi passare tra qualche anno al patrimonio immobiliare dei cittadini europei. L'Unione Europea serve proprio a questo: a fare il cane da guardia contro le aspirazioni sovranistiche di quei paesi europei che hanno capito il gioco sporco degli Stati Uniti.

La decisione da parte dei BRICS di dotarsi di una moneta aurea con la quale commerciare tra loro suona come una campana a morte per un Occidente che per troppo tempo ha pensato che la ricchezza dipendesse dalla carta e dai bit e non dalla produzione di beni e servizi e che dire di possedere cento milioni di euro significasse avere davvero cento milioni di euro.
Ora che il dollaro non sarà più dominante e che gli Stati Uniti perdono la propria primazia geopolitica, sarà l'inizio della fine di tutte le illusioni di cui si è nutrito un Occidente obeso, incapace di saper costruire un'economia sostenibile.
E sinceramente, era ora.

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Storicamente parlando il conflitto russo-ucraino é il detonatore che sta rivoluzionando il mondo. L'egemonia politico-economica dell'Occidente finirà e nascerà quella dell'Oriente. Tuttavia sarà un lungo lungo lunghissimo processo che tu avrai la fortuna di vedere terminato, io non so ma sono contenta di averne visto l'inizio (della rivoluzione globale intendo). Mi permetto...la creazione di una moneta comune é pianificata ma non immediata, almeno stando ai loro comunicati via Telegram "Istituto Italia BRICS" o sul loro sito www.italiabrics.it
La novità eclatante é che entro il 2023 é stata accettata la partecipazione dell'Iran.
 

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Franco Marino
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