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My Threads

  1. Parlare della Lucarelli non è frivolezza (di Franco Marino)

    Molti hanno notato che sto parlando molto della vicenda della ristoratrice e della Lucarelli. Qualcuno ha criticato la cosa, buttandola sempre sul discorso che esistono cose molto più importanti, come per esempio le manifestazioni in Germania contro le norme green, che si risolveranno in un nulla di fatto come le rivolte dei gilet gialli, dei camionisti canadesi e dei portuali di Trieste. "Pensa a ciò che sta accadendo nel Sarkazzistan e nella Culonia Citeriore, dove pare che stia per...
    Ma che ne sanno questi dei diritti individuali, sono stati i primi a calpestare chi ha esercitato il sacrosanto diritto di non farsi iniettare un veleno che, mai come oggi, sta mietendo vittime di ogni età.
     
    E ancora continuano … la gente è completamente lobotomizzata
    Ieri in ospedale stato per avere una discussione… mi sono fermata perché sono anni che ripeto sempre le stesse cose e sono stanca
     
    La Lucarelli non è giornalista, è pubblicista. Credo, dal basso della mia terza media, che ci sia una bella differenza. A parte questo, se qualcuno ne ha i mezzi ed ha tempo, andrebbe ripagata con la stessa moneta. Scaviamo nel suo passato e sputtaniamola un pochino...
    È diventata famosa in quanto "moglie di", senza alcun merito particolare e con l'unica dote (diciamo così) di essere cattiva.
    Pan per focaccia.
     
    Lucarelli? Perché perdere tempo e soldi in tribunali denunce e controquerele, quando a svitare i bulloni dell'avantreno di un'auto basta una chiave inglese, e le ruote terranno fino alla prima curva presa in velocità? 😎
     
  2. Facebook a pagamento: lo scandalo sul nulla (di Franco Marino)

    Da quando ho lasciato il precedente giornale per il quale scrivevo, il mio ex-direttore - che non l'ha mai digerita (anche se non lo ammetterà neanche sotto tortura) - non fa altro che contattarmi in privato ogni volta per spiegarmi per filo e per segno perché a lui i lettori fanno schifo. La sua tesi, sostanzialmente, è che il lettore medio sia cretino mentre io sostengo che in realtà il lettore vada guidato, senza essere insolentito. Sono punti di vista diversi. Ma la pensiamo così...
    Appunto! Inoltre si può non citare i dati personali : professione, luogo di abitazione, ecc ecc. Si può non mettere foto personali, o di figli, o di parenti, di ristoranti, di convivi. Si può non far sapere ai ladri che si é in viaggio, che la casa é vuota. P.S. tutti quelli che si definiscono blogger o giornalisti pensano che chi disapprova ciò che scrivono sia scemo.
     
    Io sono uno di quelli che, in oltre quattordici anni e qualcosa come otto o nove profili aperti, non ha mai inserito né un dato personale vero né una foto di sé riconoscibile. SOno in clandestinità, non sono famoso, ma ho la mia privacy.
     
    Però pagano il canone Rai per (non) guardare i nei di Bruno Vespa, le decrepite messaline della domenica pomeriggio e le mistress attempatelle della disinformazione. Contenti loro...
     
    "i social non esistono perché vogliono spiarci ma perché l'uomo medio - compreso il sottoscritto, sia chiaro, anzi "compresi tutti" - è una persona bisognosa di attenzioni e di sentirsi stimato per ciò che fa, mettendo in mostra le proprie qualità, illudendosi che se si impegna un po' di più, potrà diventare Presidente del Consiglio oppure coniglietta di Playboy. I social nascono per questo e per nient'altro che questo: narcisismo, vanità, esibizione."

    L'unico punto che mi sento di criticare è questo, nel senso che il fine dei social non credo sia, nello specifico, gonfiare la vanità del singolo, ma nemmeno che, in principio, siano nati per spiarci.

    Le potenzialità, positive e negative, dei social si sono scoperte nel tempo e certamente è molto semplice sfruttare l'egocentrismo individuale per trarre informazioni, dati sensibili e quant'altro.
    Ognuno di noi può agire per limitare l'influenza dei social nella propria vita, sapendo che, in ogni caso, o tramite la pubblicità o tramite l'obolo, non possiamo liberarci totalmente di questo mezzo.
    A meno di non rinunciarvi tramite la cancellazione dell'account, ovviamente.
     
  3. La sostituzione etnica non esiste (e comunque è una gran bella figata)

    Sono bastate poche parole del ministro Lollobrigida per scatenare l'esercito di indignati che campano di severi moniti e allarmi-fascismo, e stavolta con strilli di un tono sopra la media (già alta) che gli è usuale. Tutta la compagnia circense del progressismo in carriera ha affilato le lingue e ripreso a vedere squadristi sotto al letto, e le immancabili vestali della Memoria, gente che nella vita fa il sopravvissuto all'Olocausto, si è svegliata dal letargo in cui giace passata la...​
  4. Mentre noi (comprensibilmente) siamo presi dai problemi della quotidianità, dall'attualità nazionale e internazionale, dallo studio e dalla formulazione di nuovi paradigmi e scelte politiche, uno dei settori più gonfiati dai media e dalle aspettative economiche e tecnologiche, inizia a perdere pezzi.
    Il Metaverso, l'invenzione che avrebbe dovuto cambiare il volto del mondo, si sta rivelando un flop... E sì che di tempo, da quando il tema è diventato centrale nel dibattito pubblico ne è...
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