Quando scrissi - chi mi legge da almeno il 2007 lo ricorderà - che la crisi finanziaria era una tempesta perfetta, fui accusato di complottismo, che è quel che accade quando un signor nessuno, contestando un elemento della narrazione dominante, fa dire a chi non ha stima dell'autore: "Chi è costui per dire cose così ardite quando tutta la grande stampa e i media ufficiali dicono l'esatto opposto?". Quando poi si scopre che l'autore aveva ragione, gli estimatori pensano "Come è intelligente! E' un mago!". In realtà, l'errore comune di questi due atteggiamenti presuppone due cose: la sincerità dei media - quando in realtà le menzogne diffuse in questi ultimi anni sono così grossolane che persino un signor nessuno come me può passare per svelatore di balle - e un'intelligenza divinatoria che ovviamente non ho. Io ho semplicemente il brutto vizio di guardare i dati e di leggerli in maniera corretta, basandomi unicamente su quelli per compiere le mie analisi. Quando, per esempio, scrivo che quella della Germania virtuosa e dell'Italia viziosa è una panzana e che quindi le politiche di austerità sono state mirate non a risanare l'Italia ma a distruggerla, mi baso sulla contestazione di un'errata tipologia di lettura: i debiti pubblici in percentuali. E allora, se si legge che l'Italia ha il 160% del debito pubblico e la Germania il 70%, tutti penseranno che il debito dell'Italia sia enorme e quello della Germania piccolo. In realtà, guardando l'effettiva entità del debito in miliardi, si scoprirà che le differenze tra i due debiti sono di poche centinaia di miliardi e che a far schizzare in alto il debito italiano è il PIL che è meno della metà di quello tedesco. Cosa significa questo? Che per colmare questo gap non bisogna investire sul risanamento dei conti ma sulla produttività. E che dunque riempire di tasse gli italiani senza investire sulla loro produttività può derivare soltanto da due cose: o incapacità totale da parte dei cosiddetti tecnici, oppure - molto più probabilmente - malafede.
Queste cose, chi mi legge da ormai vent'anni e soprattutto chi mi legge dai tempi della crisi dei subprime, sa che le ho sempre scritte. Ma non per effetto di doti divinatorie né tantomeno per la presunzione dell'autodidatta che vuole aprirsi uno spazio per sentirsi guru. Se l'informazione dice che 2+2 fa 5 e io dico che fa 4, non è che io sia arrogante o sia un mago nel pretendere che faccia 4, semplicemente so che 2+2 farà sempre 4, anche se a dire 5 è un professore di matematica. E allo stesso modo, tutto ciò che sta accadendo sin dal 2008 è sempre stato sotto gli occhi di chiunque volesse vedere. E dal momento che la mia opinione sulle crisi finanziarie come tempeste perfette non è mai cambiata, occorre spiegare - a chi beninteso abbia voglia di leggere - perché la penso così.

Punto primo: sia nel 2007 come oggi nel 2023, si racconta che "le banche sono fallite". E questa è già la prima balla. Non tanto perché effettivamente alcune banche non siano fallite, perché effettivamente sia Lehman Brothers nel 2008 che Silicon Valley Bank nel 2023 sono fallite. Il punto è che si fa passare il fallimento come un evento atmosferico ed uno stato critico al quale improvvisamente il debitore arriva e non come la materializzazione di un fatto ben diverso, ossia un creditore che chiede di essere pagato e l'assenza di un altro investitore disposto a farsi carico di quel debito, circostanza che porterà il debitore a liquidare tutto ciò che ha per soddisfare le esigenze del creditore. Ma non è che fino a quel momento l'azienda o uno stato fossero sani. E soprattutto, come dimostra anche la vicenda greca, ma anche come dimostrano i fallimenti di alcune aziende, si può fallire per un debito piccolo e avere l'interesse a non far fallire debiti ben più grandi, per effetto del "too big to fail", che sicuramente avrete già sentito.
Quanto sopra sembra una distinzione cavillosa, da azzeccagarbugli, ed è invece la chiave di tutto. Perché se consideriamo un sistema politico e finanziario fortemente indebitato come quello occidentale, quando arriva la resa dei conti, ecco che all'improvviso gli attardati scoprono le magagne, come avvenne per esempio con Parmalat, le cui giravolte finanziarie erano perfettamente note a tutti ma su cui vigeva un omertoso silenzio, oppure con l'esplosione del caos in Grecia, anch'esso noto a tutti mentre le stampe, dopo la vittoria degli Europei del 2004, parlavano di miracolo economico greco. Fino a quel momento, tutti pensano che vada bene. Non era Reagan in fondo, con una battuta, a dire che "Il debito è grande a sufficienza per badare a se stesso?". Parmalat e la Grecia non è che prima fossero sane. Esistevano aziende e stati molto più indebitate e soprattutto con minori prospettive economiche, solo che
decidere di farle fallire è stata una scelta politica ben precisa, di cui si conoscono perfettamente gli effetti che quindi sono specificamente voluti.
Questo cosa c'entra con Lehman Brothers e Silicon Valley Bank? C'entra con lo svelamento di un fatto che su queste pagine si è scritto fino alla noia: il sistema finanziario americano non è sostenibile, perché non possiede beni e servizi a sufficienza da garantire l'enorme massa di carta in circolazione. Di conseguenza, praticamente ogni giorno, gli Stati Uniti sono costretti, sia pure attraverso mille scatole cinesi, a salvare le proprie banche con soldi che non hanno. Per cui, non è che Lehman Brothers e Silicon Valley Bank siano fallite nei momenti in cui avete letto del loro fallimento sulle stampe: erano già fallite, assieme alla totalità del sistema bancario americano, anche se vi dicono che le altre banche sono sane. Semplicemente queste due banche sono state fatte fallire decidendo di non volerle salvare, per una precisa scelta politica, la stessa che invece, quando gli effetti della tempesta si saranno scatenati - perché è lì che si vuole arrivare - salverà tutte le altre, come già avvenuto con Obama, con soldi ovviamente di cartapesta che aumenteranno enormemente il debito americano, inchiavicando ancora di più la loro economia. Ecco perché parlo di "tempesta perfetta". Non essendo i fallimenti eventi atmosferici - perché è il creditore a decidere se tenere in vita un'azienda - quando è uno stato a decidere se una banca debba essere salvata e decide di non salvarla, è lo stato a scatenare la tempesta. Ed è questa è l'unica vera informazione che conta, al netto di tutto il chiacchiericcio che state leggendo sulla stampa sul fatto che assisteremo alla chiusura di Facebook, Google, Apple. Se anche dovesse accadere questo, non sarà la fine del mondo: verranno sostituite da altre aziende pronte ad appropriarsi di quelle quote di mercato e a proseguire la narrazione della "mano invisibile del mercato". Non è quello il problema.

Chiarito che questa è una tempesta perfetta, creata ben sapendo quali siano gli effetti e dunque scatenata con scopi ben precisi, è inevitabile chiedersi sia gli effetti che gli scopi. In tal senso, il mio spazio viene sempre, dai suoi estimatori, impropriamente qualificato come quello di uno che "ha previsto la crisi finanziaria", di cui effettivamente parlavo già nel 2003. Ma anche qui siamo di fronte ad un errore. Intanto, non ero né l'unico né il primo né tantomeno (e ci mancherebbe) il più autorevole a sostenere la tesi che di lì a poco ci saremmo ritrovati nel disastro, ma poi io non ho previsto assolutamente nulla. Ho solo scritto che gli Stati Uniti, venuto meno il contrappeso sovietico, non avrebbero sostenuto i debiti sovrani europei a lungo, e che avevano bisogno di generare delle crisi di sistema per poter di fatto spolpare i paesi europei da loro sostenuti in chiave antisovietica, in modo tale che i paesi europei non si rendessero conto di come gli Stati Uniti di fatto sono diventati loro nemici, costringendo così l'Europa a reagire in maniera ostile e protezionistica contro gli Stati Uniti. Questo significa che questa crisi è un'ennesima tempesta perfetta con cui gli Stati Uniti faranno qualcosa in Europa, ossia il loro maiale grasso. Su cosa poi effettivamente faranno, si apre un ventaglio di ipotesi. Le possibilità, per come la vedo, sono tre. Tanto può accadere che all'Italia - che ha un enorme patrimonio di immobili e risparmi - venga riservata una medicina greca e gli americani decideranno di drogare il debito sovrano tedesco per imporre nuovamente la finzione (perché di finzione si tratta) della Germania sana e virtuosa; tanto può accadere che gli Stati Uniti avviino una resa dei conti con la Germania - che ha un surplus commerciale che ha sempre infastidito gli americani - drogando il debito sovrano italiano, per giustificare azioni contro l'economia tedesca e casomai (sarebbe una finzione anche questa) giustificare un boom italiano attraverso la magnificazione della creatività italiana, del made in Italy; tanto può capitare che da Washington si mettano i paesi europei gli uni contro gli altri per farli scannare in un ennesimo conflitto mondiale, per poi passare a raccogliere le macerie e imporre un nuovo piano Marshall che leghi ancor di più i paesi europei agli Stati Uniti. Ma se una di queste ipotesi si verificherà, non è che io ci avrò azzeccato: semplicemente, quando un maiale è grasso e senza muscoli e il padrone ha il frigo vuoto, come è ovvio che sia, piuttosto che morire di fame, preferirà sgozzare il maiale, con buona pace degli animalisti.

Gli americani avendo - e non da oggi - il frigo vuoto di cibo e pieno di carta straccia, hanno bisogno di nuovi maiali grassi. Che personalmente non credo che verranno ammazzati tutti insieme. Si userà un maiale collaborazionista per mettere i maiali gli uni contro gli altri, come è già avvenuto l'altra volta. Oppure si cercherà di fare in modo che i maiali si ammazzino da soli per poi mangiarsi la carne, come già avvenuto nelle due guerre mondiali. L'unica speranza per il maiale è scappare e nel frattempo allenare i propri muscoli.
In estrema sintesi, per l'Europa arrivano i guai.

Comments

Secondo me hanno già scelto il maiale collaborazionista, é la Polonia. Da un pò mi sto chiedendo cosa ci sia dietro agli elogi aettimanali sui media USA. Quanto vere siano le incazzature che regolarmente appaiono sui media tedeschi nei confronti di questo paese che ultimamente ha persino chiesto alla Germania il rimborso dei danni della 2a guerra mondiale!!! Adesso i polacchi sono ferocemente russofobi e, credimi, non erano così almeno fino a qualche anno fa ( quando in seguito alle sanzioni del 2015 si prendeva tangenti del 10% per spedire le merci proibite in Russia). Dalla base USA di Vicenza sono partiti da un bel pò 4500 soldati e sono là, in Polonia. Non stento a credere che pacchi di dollari stiano foraggiando un pò tutti sostituendo le tangenti. C'è però un fattore nuovo che prima non c'era. La questione Ucraina come andrà a finire???? Sui media russi compaiono mappe dove l'Ucraina viene smembrata e parte va alla Polonia. Condivido la tua teoria dei maiali ma se fosse così hanno sbagliato maiale!!! Dovevano puntare su di noi!! Li ciuleremmo scappando!!! 🤣🤣🤣
 
Questo articolo mi porta a fare una considerazione, forse un po' complottista ma tant'è. Ciò che lei scrive relativamente all'ipotesi di drogare il debito italiano, sta già avvenendo e in maniera indiretta e lo si può vedere, anche se so che sembra assurdo, attraverso i risultati del calcio. In particolare si può notare che stanno andando molto bene (al netto della meravigliosa variabile che è il gioco sul campo) le squadre che hanno una proprietà a stelle e striscie o che, per altre ragioni (ad esempio il cinema) hanno a che fare con quei mercati. Le mie sono solo congetture ma, purtroppo, so che nello sport, così come nella politica e nell'economia, nulla è dovuto al caso. Il calcio italiano non è rinato di punto in bianco o di colpo gli altri hanno smesso di giocare bene. Certo, si può dire che la differenza la fanno i progetti e non i soldi e che alla fine è il campo che decide, però è sotto gli occhi di tutti un cambiamento in positivo. Ecco, spostando l'occhio sull'azione di governo, al netto delle contraddizioni e delle tifoserie di stampa, la sensazione, ben percepibile è che l'Italia non sia più un fanalino di coda...
 
Non ho pensato a questo perché non seguo il calcio, non leggo proprio nulla sull'argomento tuttavia, sì, a pensarci bene il giro di milioni che c'è in questo sport rende questa un'ipotesi più che plausibile.
 
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Mi sa proprio che la scelta del porco é quella che ho detto - New York Tines - 17.03.2023
"""""La Polonia prevede di armare l'Ucraina con aerei da guerra. Andrzej Duda il presidente della Polonia ha dichiaratio che il suo paese trasferirà quattro caccia MiG di progettazione sovietica in Ucraina nei prossimi giorni, spingendo potenzialmente gli aiuti militari occidentali al paese oltre una soglia significativa. Gli aerei da guerra sarebbero i primi inviati in Ucraina da un paese della NATO.""""""
 

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Franco Marino
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