Quando la gente approccia un personaggio che, per qualche ragione, appare dissonante rispetto alle messe cantate del mainstream, non è strano che possa scandalizzarsi per qualche suo oltraggio alla "religione" del così fan tutti.
E' con questo presupposto che mi trovo, sollecitato da alcuni contatti, a commentare le immagini di Trump travestito da Papa, pubblicate dalla Casa Bianca stessa e, in generale, quelli che vengono considerati gli "eccessi di un presidente buffone".
E di per sé, va detto, non ha fatto nulla che meriti, almeno presso le persone normali di cervello, censure o cose. Si è vestito, attraverso l'intelligenza artificiale, da Papa, con intenti ironici ed autoironici evidenti a qualsiasi individuo che abbia un quoziente intellettivo che superi quello di un'ostrica. Soltanto chi ha una visione bigotta e fondamentalistica della vita può pensare che ci sia qualcosa di scandaloso. Semplicemente, è il personaggio che è fatto così. Ma il punto è proprio questo: come mai personaggi come Trump sono così detestati soprattutto quando si producono in queste uscite?
Da sempre, ho un approccio "redpillato" alla realtà. E questo modo di vedere le cose del mondo non soltanto non è di moda ma è, spesso, sgradito. In realtà, non credo nemmeno di dire chissà cosa di indecente. Semplicemente, indosso gli occhiali di chi descrive le cose nella loro nudità, senza edulcorarle, senza riempirle di sovrastrutture, proprio come prevede la "red pill".
Questa caratteristica piace fin quando non tocca personalmente chi legge. Una delle cose che dico più spesso, per esempio, è che gli esseri umani non hanno idee ma interessi. E la cosa, mi rendo conto, viene accettata fin quando il lettore non ha la percezione che ci si riferisca anche a lui medesimo.
Quando Berlusconi, in una trasmissione televisiva, alla domanda di una giovane precaria che gli chiedeva come avrebbe potuto formare una coppia nelle sue condizioni, rispose pressappoco "Sposi mio figlio o un milionario, col suo sorriso può permetterselo", diceva una cosa sgradevole ma vera. Una bella ragazza è destinata ad avere molta più fortuna di una racchia.
E qui siamo ad un problema ricorrente: molti amano la verità credendo che sia un momento di pulizia. E, invece, la verità è indecente, è brutta, è quella cosa per cui una persona può avere tutte le virtù del mondo ma viene sorpassata da qualcuno che riesce ad affermarsi solo perché ha le tette più grandi o magari ha commesso un reato e non è stato beccato.
Di questo mondo che somiglia molto di più ad una giungla di quanto le favole amerebbero farci credere, Trump semplicemente si trova nella postazione dei vincenti, alla quale sarà sicuramente giunto anche commettendo qualche, per così dire, peccatuccio. Soprattutto, è un uomo d'affari e chi campa facendo business capisce ben presto una cosa: si ha successo se si va al sodo delle questioni senza perdersi in troppi ghirigori. Chi propone un affare a qualcuno, osserverà un fenomeno singolare: se descrive il progetto con minuziosità, subirà nove volte su dieci un rifiuto. Se invece va al sodo, non soltanto le sue proposte vengono accettate, ma si instaura un legame sincero, da affarista ad affarista. Infatti, quando oggi devo proporre qualcosa a qualcuno, non perdo tempo in descrizioni fumose ma vado al sodo: voglio che tu mi dai questo e io in cambio ti do quest'altro. Sapete come finisce? Che novantanove volte su cento, la gente accetta perché mi vede come un tizio che non vende fumo ma cose concrete, subito testabili. E infatti, anche il famoso "video dello scandalo" di Trump con Zelensky, che tanto ha fatto discutere, va visto per quel che è: l'atteggiamento di un uomo d'affari che dinnanzi alle supercazzole dell'interlocutore lo interrompe semplicemente dicendogli "stai manzo, perché non hai le carte, ricordati che sei dove sei perché hai noi alle spalle, altrimenti facevi una brutta fine". Per uno come me, che questo stile lo ha usato con tanti che hanno cercato di affossarmi, queste parole sono musica rispetto alle dichiarazioni paludate delle conferenze congiunte.
Che Zelensky stia lì soltanto per merito degli americani e che questi possano, in qualsiasi momento, decidere se farlo campare o farlo fuori è una verità sgradevole? Certo. Ma rimane quella verità che tanti moralisti predicano ogni giorno, equiparando a momenti i bugiardi ai pedofili, salvo poi scoprirne la durezza e la dolorosità non appena entra attraverso quel foro posto esattamente a metà di quella parte del corpo che, secondo la pubblicistica, se di dimensione considerevole, è considerata simbolo di fortuna. E la verità è che nel grande giuoco che è la politica internazionale, Zelensky vale meno del due di briscola. Trump ha semplicemente descritto la realtà delle cose.
Il senescente Biden, il retorico Obama e il ridanciano Clinton avrebbero potuto dire al collega ucraino la stessa cosa in modi molto diversi e molto più edulcorati, ma non sarebbe cambiata la sostanza. Trump invece quella sostanza l'ha spiaccicata in faccia all'ex-comico e a tutti i fessi che gli sono andati dietro. La differenza tra lui e gli altri è tutta qui.
E le critiche della sinistra? Stronzate, tali e quali a quelle che hanno caratterizzato il cosiddetto "ventennio berlusconiano". Quando un uomo dice le cose come stanno e viene attaccato, nella reazione infastidita, moralistica, è il segno che ha ragione. I fegati schiattati dei nemici di Trump sono il chiaro segnale che il vecchio Donald sta andando nella direzione giusta, esattamente come ci stava andando il vecchio Silvio che poi però è stato azzoppato.
E' con questo presupposto che mi trovo, sollecitato da alcuni contatti, a commentare le immagini di Trump travestito da Papa, pubblicate dalla Casa Bianca stessa e, in generale, quelli che vengono considerati gli "eccessi di un presidente buffone".
E di per sé, va detto, non ha fatto nulla che meriti, almeno presso le persone normali di cervello, censure o cose. Si è vestito, attraverso l'intelligenza artificiale, da Papa, con intenti ironici ed autoironici evidenti a qualsiasi individuo che abbia un quoziente intellettivo che superi quello di un'ostrica. Soltanto chi ha una visione bigotta e fondamentalistica della vita può pensare che ci sia qualcosa di scandaloso. Semplicemente, è il personaggio che è fatto così. Ma il punto è proprio questo: come mai personaggi come Trump sono così detestati soprattutto quando si producono in queste uscite?
Da sempre, ho un approccio "redpillato" alla realtà. E questo modo di vedere le cose del mondo non soltanto non è di moda ma è, spesso, sgradito. In realtà, non credo nemmeno di dire chissà cosa di indecente. Semplicemente, indosso gli occhiali di chi descrive le cose nella loro nudità, senza edulcorarle, senza riempirle di sovrastrutture, proprio come prevede la "red pill".
Questa caratteristica piace fin quando non tocca personalmente chi legge. Una delle cose che dico più spesso, per esempio, è che gli esseri umani non hanno idee ma interessi. E la cosa, mi rendo conto, viene accettata fin quando il lettore non ha la percezione che ci si riferisca anche a lui medesimo.
Quando Berlusconi, in una trasmissione televisiva, alla domanda di una giovane precaria che gli chiedeva come avrebbe potuto formare una coppia nelle sue condizioni, rispose pressappoco "Sposi mio figlio o un milionario, col suo sorriso può permetterselo", diceva una cosa sgradevole ma vera. Una bella ragazza è destinata ad avere molta più fortuna di una racchia.
E qui siamo ad un problema ricorrente: molti amano la verità credendo che sia un momento di pulizia. E, invece, la verità è indecente, è brutta, è quella cosa per cui una persona può avere tutte le virtù del mondo ma viene sorpassata da qualcuno che riesce ad affermarsi solo perché ha le tette più grandi o magari ha commesso un reato e non è stato beccato.
Di questo mondo che somiglia molto di più ad una giungla di quanto le favole amerebbero farci credere, Trump semplicemente si trova nella postazione dei vincenti, alla quale sarà sicuramente giunto anche commettendo qualche, per così dire, peccatuccio. Soprattutto, è un uomo d'affari e chi campa facendo business capisce ben presto una cosa: si ha successo se si va al sodo delle questioni senza perdersi in troppi ghirigori. Chi propone un affare a qualcuno, osserverà un fenomeno singolare: se descrive il progetto con minuziosità, subirà nove volte su dieci un rifiuto. Se invece va al sodo, non soltanto le sue proposte vengono accettate, ma si instaura un legame sincero, da affarista ad affarista. Infatti, quando oggi devo proporre qualcosa a qualcuno, non perdo tempo in descrizioni fumose ma vado al sodo: voglio che tu mi dai questo e io in cambio ti do quest'altro. Sapete come finisce? Che novantanove volte su cento, la gente accetta perché mi vede come un tizio che non vende fumo ma cose concrete, subito testabili. E infatti, anche il famoso "video dello scandalo" di Trump con Zelensky, che tanto ha fatto discutere, va visto per quel che è: l'atteggiamento di un uomo d'affari che dinnanzi alle supercazzole dell'interlocutore lo interrompe semplicemente dicendogli "stai manzo, perché non hai le carte, ricordati che sei dove sei perché hai noi alle spalle, altrimenti facevi una brutta fine". Per uno come me, che questo stile lo ha usato con tanti che hanno cercato di affossarmi, queste parole sono musica rispetto alle dichiarazioni paludate delle conferenze congiunte.
Che Zelensky stia lì soltanto per merito degli americani e che questi possano, in qualsiasi momento, decidere se farlo campare o farlo fuori è una verità sgradevole? Certo. Ma rimane quella verità che tanti moralisti predicano ogni giorno, equiparando a momenti i bugiardi ai pedofili, salvo poi scoprirne la durezza e la dolorosità non appena entra attraverso quel foro posto esattamente a metà di quella parte del corpo che, secondo la pubblicistica, se di dimensione considerevole, è considerata simbolo di fortuna. E la verità è che nel grande giuoco che è la politica internazionale, Zelensky vale meno del due di briscola. Trump ha semplicemente descritto la realtà delle cose.
Il senescente Biden, il retorico Obama e il ridanciano Clinton avrebbero potuto dire al collega ucraino la stessa cosa in modi molto diversi e molto più edulcorati, ma non sarebbe cambiata la sostanza. Trump invece quella sostanza l'ha spiaccicata in faccia all'ex-comico e a tutti i fessi che gli sono andati dietro. La differenza tra lui e gli altri è tutta qui.
E le critiche della sinistra? Stronzate, tali e quali a quelle che hanno caratterizzato il cosiddetto "ventennio berlusconiano". Quando un uomo dice le cose come stanno e viene attaccato, nella reazione infastidita, moralistica, è il segno che ha ragione. I fegati schiattati dei nemici di Trump sono il chiaro segnale che il vecchio Donald sta andando nella direzione giusta, esattamente come ci stava andando il vecchio Silvio che poi però è stato azzoppato.
Il problema non è se Trump farà quel che ha detto di fare, ma se ci riuscirà.
Franco Marino
Se ti è piaciuto questo articolo, sostienici con un like o un commento all'articolo all'interno di questo spazio e condividendolo sui social.