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Una Milano sognata, pensata, immaginata quella degli anni 80, da me provinciale del profondo sud, la vidi di presenza e tra le immagini di tanti film. Uno di quelli che mi resta impresso, per la mia età ed il periodo che vivevo, fine liceo, fine adolescenza, fu kamikazen (88) dove dei giovanissimi comici tentano la via dello spettacolo, nel film ci sono attori che poi diventeranno famosi, come anche il regista, ed altri che lo saranno meno al grande pubblico, ma per i cultori no. Vedevi nel racconto della pellicola, i sogni di molti dei giovani che si spostano nella grande metropoli per far carriera...... Poi l'anno dopo esce dalla testa di Salvatores, Marrakech Express, che mi da un pugno allo stomaco, mi colpisce profondamente, nella mia graduatoria personale, supera mediterraneo, la vita, la crescita, l'amicizia, il senso di colpa, la lotta, la vita quotidiana.... Tutti elementi che ho vissuto e continuo a vivere, gestiti sotto forma di viaggio, un viaggio verso l'africa, un viaggio attraverso la vita. Deserto, paure, liberazione interiore, una delle scene più belle per me è la corsa in bici.... e la frase "erano anni che non mi divertivo così" "ripeti?" “erano anni ".. Questo film mi ha fatto da contorno, se fosse stato un disco, avrei detto da colonna sonora, fu dura a togliere lo scettro a Bianca (84)di cui conosco tutti i dialoghi a memoria. Dopo un anno la storia del viaggio, la riprende, il regista con Turne', anche questo mi dà spunti..
Ovviamente tutto condito con molto, Mazzacurati, Rubini, Avati ed altri che riuscivano a trasmettere sensazioni di viaggi dentro l'umanità, dentro l'anima della gente.....
Adesso cambio, canale, adesso non mi prende nulla, sarò cambiato io, saranno cambiati i registi, il modo di fare film, anche i più celebrati, mi sembrano che facciano opere per la massa, debbono esporre tutti un pensiero unico, un pensiero corrente, devono vendere e confezionare un prodotto.... Anche i comici come benigni ora vogliono essere i moralisti di ultima generazione, o i nuovi talenti parte no, parte si, partenopei, esaltati più del dovuto dalla critica, ah si, la critica, se i giornalai ormai sono critici d'arte, chi sono questi critici? Quelli cresciuti a pane e militanza, in sezioni di partito, ma di quelle con le sale riunioni da poltrone e sofà, non di certo in quelle con muffa e odore di colla... E per chi ha un pochino di conoscenza, quelli da me esaltati (in quel momento, poi alcuni sono diventati più commerciali) non sono sicuramente della mia estrazione politica, quindi non è un elogio di parte. È come la tv, quando ero piccolo Drive In, mi pareva spazzatura, adesso vedendo Maria de Filippi, ho capito quanto fosse geniale Hass fidanken.....

Angelo Giudice

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