Sono pochi i santi che sono entrati nell'immaginario collettivo e, tra questi, spicca senza dubbio San Francesco d'Assisi.

Francesco apparteneva alla casta mercantile, era un giovane come tanti altri della sua epoca: amava la vita mondana, ma desiderava dare un senso alla sua vita. Come molti altri ragazzi del tempo, in un primo momento valutò una carriera militare, stroncata sul nascere da una serie di malanni che lo costrinsero a ritirarsi nei possedimenti paterni.
In questi luoghi, immerso in una natura incontaminata, cominciò il suo cambiamento interiore.

Deludendo le aspettative di suo padre, Francesco indirizzò il suo ardore giovanile nella preghiera e nella compassione verso il prossimo. È celebre il suo abbraccio d'amore incondizionato al lebbroso, lui che aveva in orrore la lebbra.
Non a caso, sua madre le aveva dato il nome di Giovanni, come il Battista. Fu suo padre a cambiarlo in Francesco, probabilmente in onore di quella Francia che aveva fatto la sua fortuna di mercante.

Come se Dio avesse voluto dar ragione all'intuizione materna, Francesco abbandonò tutto, si spogliò letteralmente degli abiti paterni e si donò completamente a Cristo.
Nonostante vivesse in un'Italia profondamente cattolica, con una Chiesa potente come mai prima e come non lo sarà più, Francesco venne ritenuto squilibrato perfino da suo padre, che arrivò a farlo arrestare pur di indurlo a cambiare atteggiamento.
Oggi sappiamo che la decisione del poverello di Assisi di condurre una vita in imitatio Christi fu radicale e irrevocabile.

Ma non voglio qui scrivere un sunto della biografia di San Francesco, quanto porre l'attenzione sulla sua azione veramente rivoluzionaria.
Francesco seguì Dio nonostante sembrasse un folle agli occhi di suo padre, dei suoi amici, della gente di Assisi. Rinunciò alle ricchezze, a una carriera mercantile, a una vita ordinaria.
Rinunciò a tutto per Colui che è Tutto nella sua eternità.
E ci ha lasciato la forza e la bellezza di una vita vissuta in perfetta letizia.

È proprio quando Francesco testimonia cosa sia la perfetta letizia che veniamo in contatto con l'altezza della sua esperienza mistica.
Leggiamo, infatti, all'interno dei Fioretti, che la perfetta letizia non riguarda affatto il saper fare miracoli, dare esempio di vita virtuosa o essere massimamente erudito in tutte le lingue, le scienze e le scritture, non lo è il saper leggere l'anima del prossimo e nemmeno la conoscenza delle leggi che regolano le cose del mondo.
Quando frate Leone chiede a Francesco in cosa consista la perfetta letizia, egli risponde:

"Quando noi giungeremo a Santa Maria degli Angeli, così bagnati per la piova e agghiacciati per lo freddo e infangati di loto e afflitti di fame, e picchieremo la porta del luogo e il portinaio verrà adirato e dirà: - Chi siete voi? - e noi diremo: - Noi siamo due dei vostri frati; - e colui dirà: - Voi non dite il vero; anzi siete due ribaldi che andate ingannando il mondo e rubando le limosine dei poveri; andate via; - e non ci aprirà e faracci stare di fuori alla neve e all'acqua, col freddo e colla fame, insinora notte; allora, se noi tante ingiurie e tanta crudeltà e tanti commiati sosterremo pazientemente senza turbazione e senza mormorare di lui, e penseremo umilmente e caritativamente che quel portinaio veramente ci conosca e che Iddio il faccia parlare contro di noi, o frate Leone, scrivi che ivi è perfetta letizia."

Dopo prosegue, arrivando a dire che, perfino se il portinaio li bastonasse a sangue sulla neve, al pensiero delle pene di Cristo, ispiratrici d'amore per Lui, si sarà in grado di sopportare il dolore e, quindi, anche lì trovare la perfetta letizia.
Perché "sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, sì è vincere se medesimo e volentieri, per l'amore di Cristo, sostenere pene, ingiurie, obbrobri e disagi."

D'altronde, non ci si aspetterebbe di meno da chi ha laudato la morte corporale e ogni cosa l'uomo incontri nel suo passaggio nella vita terrena.
Queste parole, se non intese in chiave mistica, sembrano quelle di un masochista, di un flagellante.
Ma, più profondamente, potremmo dire che le parole di Francesco sono quelle di chi ha raggiunto l'equanimità nel giudizio di ciò che incontra nell'arco imprevedibile delle sue giornate.
"Vincere se medesimo" è proprio questo: non lasciarsi sopraffare né guidare dalle sensazioni e dalle emozioni generate dagli eventi esterni, non essere più sballottato tra piacere e dolore, ma guardare il movimento delle cose per come esso si dispiega nel mondo. Non essere attaccato a ciò che genera benessere né rifuggire ciò che causa turbamento.

Se ogni cosa è destinata a passare, perché attaccarsi ad essa? Se tutto passa, perché credere che un male durerà per sempre?
Nel movimento, essere stabili nella chiara visione di esso, nella consapevolezza che è in Dio che ciò avviene, per cui ogni cosa è perfetta com'è.
È questa consapevolezza a far sgorgare il Cantico di lode dal cuore del più piccolo, grande poverello di Assisi. E di questo non possiamo che essergli grati.

Comments

Media

Blog entry information

Author
Mina Vagante
Views
508
Comments
2
Last update

More entries in Religione

More entries from Mina Vagante

  • Nessuno si salva da solo, neanche una donna
    Nessuno si salva da solo, ma la donna deve salvarsi da sola, scalare l'Everest col pupo tra le braccia, mentre è in conference call con l'AD di una multinazionale cinese. La cosa che più ci...
  • Cogli la prima mela - La strega
    Erano notti e civette inquiete e barbagianni intenti a scrutare guardinghi, con una maschera di betulla da marionetta di teatro. Erano notti del primo sangue e della luna, volto di mamma, che mi...
  • Cogli la prima mela - Se tu sei il cielo
    Mio padre aveva preso a cercare mia madre in ogni cosa, perché Dio era in ogni cosa e mia madre doveva essere con Lui. E indicava mia madre anche a me, nel racconto gentile dei suoi segreti. Non...
  • Cogli la prima mela - capitolo 1
    Nessun figlio conosce i genitori che erano ragazzi, virgulti scarmigliati e felici, ruggenti leoni della loro estate. Vi è il tempo passato che esiste al pari di un sogno, sfumato e indelebile...
  • Il Ragazzo e l'Airone - E voi come vivrete?
    Tenevo tanto a vedere questo film e non solo perché Miyazaki mi è entrato nel cuore con Il castello errante di Howl. Ci sono scelte che non precedono dalla prospettiva di una qualche forma di...
Top