La solita stampa "allineata" ha messo in croce l'uomo in foto, che è indubbiamente un businessman di alto profilo (con tutto ciò che comporta anche in negativo), per aver detto una semplice verità (e non c'è bisogno di avere tre lauree in cinema e marketing per comprenderlo): perché si devono fare film divisivi e "schierati"? La Mission di un Colosso dell'Entertainment come Disney non dovrebbe essere "altro"?
C'è poi il dettaglio non da poco che queste produzioni - pensiamo per esempio a "The Marvels" - risultano spesso anche mediocri, con attrici poco convincenti e carismatiche (oltre spesso ad un carico di "simpatia" personale che avvelena ulteriormente i pozzi dell'audience).

Per quanto mi riguarda però, non è sbagliato fare film "al femminile" o incentrati su uno specifico gruppo etnico e non solo. Ma ci vogliono buone idee e buoni interpreti (il primo "Black Panther" ad esempio funzionava) e non un bilancino col quale preoccuparsi innanzitutto di quante "quote" vanno attribuite alle donne o alle minoranze etnico/sessuali.
Io ad esempio lo produrrei tranquillamente un film di supereroine. Ma perchè il regista dovrebbe essere PER FORZA una donna? O gli sceneggiatori? Se le idee più valide provengono invece da UOMINI (magari amanti e profondi conoscitori di quel fumetto/personaggio), perchè non dovrei affidare a loro il progetto invece che a una che magari ha vinto un premio con un documentario sulle giraffe africane ma non ha mai aperto un comic book in vita sua? PERCHÈ?

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Giuseppe Cozzolino
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