LANDO BUZZANCA non è più fra noi.
Per molti resterà il "merlo maschio" dell'omonimo film (antesignano della commedia sexy con lui spesso calato nel ruolo dell'italiano medio libidinoso e tuttavia spassoso nella esternazione delle sue "passioni") o il protagonista di qualche fiction RAI di successo come "Il restauratore".
Ma per chi ama davvero cinema e cultura pop, Buzzanca rappresenta una delle maschere più sottovalutate (ma diffuse) nella storia della commedia all'italiana. Cantante oltre che attore - nipote del bravo caratterista Gino - negli Anni 60 lo ritroviamo diretto da Pietro Germi in piccoli ma significativi ruoli in "Divorzio all'Italiana" e "Sedotta e Abbandonata", ma anche protagonista delle parodie bondiane di James Tont ("Operazione U.N.O.", "Operazione D.U.E.") dirette da Bruno Corbucci.
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Nel 1967 è protagonista di "Don Giovanni in Sicilia" di Alberto Lattuada, che anticiperà una serie di pellicole Anni 70 dove avrà la fortuna di interagire con alcune delle più belle attrici del periodo (Barbara Bouchet, Laura Antonelli, Sylva Koscina, Senta Berger) finendo però col legare il suo volto e voce sempre a determinati ruoli. Eppure il talento e le capacità di fare altro non gli mancavano, come attestato dalla sua eccellente partecipazione al varietà televisivo RAI "Signore e Signora" (1970) al fianco di Delia Scala.
Ricordo anche una partecipazione, assieme a Walter Chiari, a "Quei temerari sulle loro pazze, scalcinate, scalcinate carriole" (1969) produzione internazionale realizzata da Dino De Laurentiis e diretta da Ken Annakin.
Non so se, come lui stesso raccontava, le sue dichiarate simpatie di destra gli chiusero molte porte e possibili collaborazioni.
È indubbiamente vero che di talento ne aveva da vendere, ma forse capitò pure nel medesimo periodo in cui la concorrenza era davvero gigantesca e del tutto consolidata (Sordi, Manfredi, Tognazzi, Gassman e così via).

Adios, Lando.

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Giuseppe Cozzolino
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