Nell'ultimo periodo, stanno facendo furore le notizie sul fenomeno Onlyfans. È tutto un pullulare di giovani donne (e recentemente anche un ragazzo) che raccontano, entusiaste, di aver lasciato dei lavori più o meno redditizi per dedicarsi, a tempo pieno, alla prostituzione online.
Qualcuna obietterà che si limita a caricare foto di specifiche parti del corpo, come i piedi; altre in cui non è totalmente nuda, ma sta di fatto che pone sul mercato tutto o parte del suo corpo e ricava un guadagno da questo. È prostituzione a tutti gli effetti.
Chi lo fa non appartiene solo alla fascia più povera della popolazione, condizione che potrebbe forse giustificare un'attività simile, ma si va dalla commessa alla libera professionista, dall'artista semisconosciuta all'impiegata statale.

Proprio il fatto di non avere un contatto fisico con la clientela illude queste donne di non essere vere e proprie prostitute, né di fare qualcosa di sbagliato.
Guadagni facili senza rischiare i pericoli di un incontro reale con la controparte, senza la fatica fisica di soddisfare i bisogni altrui o anche di sopportare le fragilità di chi si rivolge alle escort non solo per sfogare impulsi fisici, ma magari anche per avere un dialogo con una donna che è pagata per intrattenere, quindi eventualmente anche per ascoltare.
Foto e video di ciò che dovrebbe essere trattato come un tempio accessibile a pochi, perché custodisce un'anima preziosa, vengono divulgate senza pudore, senza coscienza, tra chi paga per accedere a questo genere di contenuti. Ma, come per lo streaming di film, potrebbero essere facilmente diffusi e inseriti in un fenomeno squallido come il "Revenge porn".
Suppongo che non sarebbe un problema, per le "creatrici" di Onlyfans, tanto la diffusione del proprio corpo in rete, quanto la gratuità di questo, che fa automaticamente calare a picco il valore della merce esposta.

Vi fa effetto che si parli così dell'essere umano? Vi fa effetto pensare che delle donne, intenzionalmente, si mettano in vetrina per guadagnare dei soldi che, prima, guadagnavano facendo un lavoro normale? Certo, ci sarebbe da fare un discorso a parte sul mondo del lavoro italiano, che è proprio il contrario di ciò che si augurerebbe a chiunque, ma davvero la prostituzione è divenuta più appetibile di questo? E se lo è diventata, che livello di società abbiamo raggiunto? È questo l'Occidente "illuminato" che vorrebbe contrapporsi al mondo musulmano o a quello russo?

Voglio raccontarvi un episodio accaduto a una minorenne della mia regione: questa ragazza si trovava in discoteca, ubriaca e scosciata, che pomiciava e si faceva toccare dal suo ragazzo, ubriaco quanto lei. I suoi coetanei, piuttosto che proteggerla dagli sguardi altrui, hanno ben pensato di farle una foto e di farla girare tra i loro gruppi whatsapp, col risultato che presto l'immagine di lei è girata tra tutti i gruppi sociali locali di adolescenti.
Si sa, i ragazzi sono impietosi e, benché bombardati da propaganda anti-revenge porn, anti-bodyshaming, anti-bullismo e cyberbullismo e qualsiasi altra battaglia venga loro propinata, costituiscono gruppi sociali in cui il diverso, la puttana, il ciccione, lo strambo vengono emarginati e messi alla berlina come in una qualunque società umana dominata da schemi di organizzazione primitivi. Sapete come possono imporsi questi soggetti, tra i giovani? Con la forza. Sai farti rispettare? Allora non ti prendono in giro. Come fra gli animali e contro ogni stronzata politicamente corretta. I giovani d'oggi non sono migliori, è solo che non li vedete nel loro mondo.

Ma c'è un discorso più ampio da fare: perché quella ragazza si è trovata in quella situazione?
Io non ho TikTok, è un social che, per me che amo scrivere e leggere, non ha alcun appeal, perché basato su video perlopiù idioti. Seguo però una pagina, su Facebook, che pubblica i più stupidi e c'è una quantità impressionante di ragazzine che fanno balletti insensati dietro didascalie che inneggiano alla promiscuità sessuale, ad alcol e droghe come il massimo del divertimento e della trasgressione e al fatto di essere attratte da "tossichelli" che le maltrattano e hanno lo status di pregiudicato come referenza più rilevante.
Questo è il modello TikTok che viene propagandato alle ragazze, per non parlare dello stuolo di cantanti che ostentano più volgarità che talento, di certe spinte modello Balenciaga che spingono a una sessualizzazione sempre più precoce dei bambini, del messaggio martellante che la donna ha diritto a qualsiasi libertà, meno che all'unica che conta: diventare madre di un uomo che ama e per cui potrebbe perfino voler lasciare il lavoro.

Nel porno non c'è spazio per ciò che conta nella vita: l'amore coniugale, la protezione dell'innocenza infantile, l'abbraccio protettivo dei genitori verso i figli, la famiglia come scudo alle violenze esterne, la tenerezza di un sentimento puro, il legame indissolubile e limpido di chi è sangue dello stesso sangue.
E la società, che mira all'atomizzazione e al controllo, non vuole questo, non vuole nuclei impazziti che seguono non le regole imposte con slogan accattivanti, ma quelle immutabili dello spirito.

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Ho una certa età, anzi faccio prima a dire ho 74 anni. Ho sempre detestato la frase "Ai miei tempi" - "Una volta"....perché ogni generazione si comporta in funzione dei suoi tempi non dei miei. La pornografia c'è sempre stata, prima le riviste, poi le videocassette, poi i cd. Quello che, secondo me é cambiato, non é solo lo strumento ma il concetto di libertà. Non sono una bacchettona. Ho trascorso i miei 19 anni da una comune hippy all'altra, ho avuto fidanzati e mariti. Mi trovo a dire che eravamo, noi femmine, molto più libere delle ragazze di adesso. Libere di essere alte, basse, cicciottine, magre, con seni prosperosi o piatte come maschi. Libere di vestirci scosciate o coperte, libere di scegliere i nostri partners, etero od omosessuali, senza tanto clamore. Mi sembra che ora questi giovani si sentano obbligati a comportamenti dettati dalle mode. Ecco gli "outing" le dichiarazioni iper-femministe e, di conseguenza l'esibizionismo a tutto campo.
 

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Mina Vagante
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