Un gruppo di neonazisti europei, esasperati dalla vita in democrazia, decide di rintracciare Hitler in Sudamerica e di farlo tornare. Dopo lunghe ricerche, finalmente lo trovano, in Argentina, un po' invecchiato ma indiscutibilmente lui. Cercano di convincerlo ma lui non ne vuole sapere, finché, alla fine, cede.

“E va bene, torno. Ma stavolta sarò davvero cattivo”.

Questa vecchia barzelletta mi è venuta in mente oggi, dopo i primi attimi di smarrimento nell'aver appreso che la Liliana Segre, mascotte nazionale della Comunità Ebraica e senatrice a vita preferita dei governi senza legittimazione popolare, ha bacchettato la scelta della Meloni di reintegrare in servizio i medici non vaccinati.

“Io – ha dichiarato – sarei stata molto più severa”.

Chi sia la Segre credo sia impossibile ignorarlo per chiunque, oggi in Italia. La signora è ormai da anni onnipresente sui mezzi di comunicazione e massimamente attorno al 27 gennaio, quando pontifica su quant'erano brutte le leggi razziali, orribili i campi di sterminio e ingiuste le offese fatte al popolo ebraico (tralasciando zingari, slavi e un'altra dozzina di categorie, per non essere troppo pignoli), sino all'ultima occasione quando, in Senato, ha duettato con La Russa sui valori della Costituzione antifascista (che detto così sembra un'altra barzelletta, ma tiremm innanz). Il tutto per il merito innegabile di essere stata deportata in tenera età in un campo di concentramento nazista, senza certo averlo voluto né avendo fatto nulla di rimarchevole che concorresse a questo fine. Un po' come se io uscendo di casa mi beccassi una tegola in testa, solo che nel mio caso si chiamerebbe fatalità, e non mi varrebbe un seggio in Senato a vita. Ma pazienza, l'Italia è fatta di situazioni curiose, a volte al limite della logica, e la signora Segre non sarebbe il caso peggiore per meritar di venir stigmatizzata.

Sino ad oggi. Perché oggi l'ha fatta, come si suol dire, decisamente fuori dal vaso.

Se la prende, la signora Segre, contro ai medici che oggi vengono reintegrati per aver fatto una scelta di libertà. Uomini e donne che hanno sfidato l'autorità statale perché, in scienza e coscienza, convinti di subire un arbitrio e un'ingiustizia. Uomini e donne che hanno pagato sulla loro pelle l'aver voluto difendere l'inviolabilità del proprio corpo, finendo allontanati dal proprio lavoro, perdendo lo stipendio, subendo la segregazione e il pubblico ludibrio, additati come criminali, pazzi da rinchiudere, untori e farabutti. Uomini e donne che sono emersi, in piedi, al di sopra di un mare di indegnità e di viltà, e come tali saranno ricordati quando quest'epoca di delirio e di prostituzione generale sarà finita nella vergogna. Ecco, la signora Segre, dopo questo bel trattamento durato due anni e degno del peggior governo fantoccio di stampo autoritario, con costoro sarebbe stata “più severa”. Come l'Hitler della barzelletta.

Io non so se la realtà abbia abdicato e abbia lasciato mano libera a qualche demonio con tendenze dadaiste o surrealiste, ma leggendo gli articoli che riportano la notizia mi chiedevo se non fosse l'ennesimo scherzo, un articolo ben pompato di Lercio, o il parto di una mente malata. E invece è l'ennesimo caso di improbabile, inverosimile e incredibile che divengono l'attuale.

E allora chiederei alla signora Segre, come avrebbe voluto essere più “severa” di così? Cosa avremmo dovuto fare a questi medici, colpevoli di aver detto “NO” alle minacce mafiose di due governi-Quisling? Denudarli, fissati alla gogna in pubblica piazza a prendersi gli sputi dell'onesta popolazione già sierata? Scorticarli e metterli sotto sale per far piacere al Signore (quello dell'Antico Testamento, ovviamente)? O stampargli un numerino sul braccio, caricarli su di un vagone piombato e spedirli in Polonia? Davvero, la risposta sarebbe estremamente interessante, e non solo per me.

Certo, la signora assicura di essersi sierata già quattro volte, e di essere pronta alla quinta (evidentemente non ha ancora ricevuto la bambolina, ritenti, sarà più fortunata). Ma qualcuno dovrebbe ben spiegarle che farsi mettere in corpo ogni liquido proveniente da una multinazionale americana non consegna automaticamente una patente di onnipotenza sulle vite altrui. Soprattutto se queste vite hanno rivelato un coraggio e una dignità che i leccapiedi di regime, negli ultimi anni, non hanno mai mostrato di fronte ad una valanga di decreti e provvedimenti di restrizioni di libertà individuali mai visti prima, in regime di sospensione della Costituzione. Sì, la tanto magnificata Costituzione, che la signora ha ricordato con tanta commozione nell'ultimo siparietto istituzionale: era sospesa per due anni, non se n'è accorta? Non si è commossa allora? Ah, ma costoro, medici e paramedici non sierati, hanno disatteso la Legge. Che gentaglia, non c'è che dire. Pensi, signora Segre, hanno disatteso le leggi allora in vigore tutti quelli che, nei tempi che Lei ricorda con tanta angoscia, hanno nascosto, aiutato, coperto e fatto fuggire migliaia di suoi correligionari israeliti, rischiando la propria vita, come Giorgio Perlasca, Oskar Schindler, e a volte perdendola, come l'intera famiglia Ulma, per seguire l'impulso della propria coscienza. Mentre altri cittadini modello li hanno denunciati aiutando le SS ad arrestarli e farli sparire per sempre. Come quell'Anna Frank di cui tutti conosciamo la storia: non sono stati gli equivalenti dei no-vax di oggi a farla morire a Bergen-Belsen, ma gli antesignani di un certo mediocre attore degli ultimi anni. Gente che voleva essere “più severa”, appunto.

Sono pieno di disgusto verso ciò che è successo in questi ultimi anni, è vero, e non riesco a moderarmi. Abbiamo avuto una Corte Costituzionale e una pletora di Costituzionalisti che, con una Costituzione sospesa illegalmente, hanno taciuto. Una classe di giornalisti, vigliaccamente prostituita a chi li foraggia di denaro pubblico, sostenere leggi liberticide e metodi criminali con le più miserabili mistificazioni. Ma mi mancava una ex-deportata che esprime disappunto all'idea che termini la segregazione, il taglieggiamento e il boicottaggio verso una categoria di persone che non ha commesso nulla di moralmente reprensibile, ma ha solo preteso di difendere la dignità propria di esseri umani. Fra l'altro, nella stessa intervista dichiara di "non avere pregiudizi". Meno male, figuriamoci se li avesse avuti...

Ecco, se questo episodio servisse a qualcosa ci dimostrerebbe che esistono persone incapaci di imparare persino da esperienze estreme come il campo di sterminio o l'oppressione di un regime nazista.

E che qualcuno, quando parla di ingiustizia, crimini e indegnità commesse in quei campi e da quel regime, se la prende tanto non perché gli duole siano stati violati principi universali e diritti della persona umana. Ma perché, stringi stringi, se la son presa con lei, che se ne stava tutta tranquilla per i fatti suoi.

Né più né meno quel che avrebbe fatto chi avesse voluto porsi a difesa di una sola razza. La sua.

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Friedrich von Tannenberg
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