Ieri sera ho cenato assieme ai miei cugini americani. Pur repubblicani trumpiani, considerano Putin come un uomo da abbattere: inoltre uno dei figli è colonnello dei Marines. C'era anche mia moglie che, pur essendo antiputiniana è comunque russa e non fa sconti nemmeno al banderismo ucraino. Eppure è stata una cena piacevole e la moglie russa preferisce la compagnia della parte americana della mia famiglia a quella italiana.
Perché?
Perché pur avendo idee politiche precise non si scade nel tifo. Anche con una mia storica amica americana, obamiana, è tutto ok: odiamo Putin, non il popolo russo.
La nostra vicina di casa è ucraina. Lo scorso 26 febbraio ebbi un attimo di timore nel parlare. Lei tagliò corto: non è tua moglie a tirare le bombe su Kiev. E anche con altri ucraini il rapporto continua in perfetta serenità. Un'altra ragazza ucraina, la cui figlia gioca con mio figlio, ebbe timore di parlarmi perché temeva che io fossi il classico marito italiano di donna russa convertito al putinismo fanatico, ma non me lo disse. Tutto si è chiarito ad Halloween quando è diventata amica di mia moglie e mi spiegò la cosa.
La cosa infatti si complica quando si arriva agli italiani, che siano filorussi o che siano filoucraini. Per i filoucraini (minoranza tra le mie conoscenze) la mia signora è colpevole semplicemente di essere russa. Non importa che sia contro la guerra, che sia contro Putin, che sia addirittura per metà ucraina. È russa. I filorussi invece sconvolgono mia moglie per il motivo opposto.
"Ah, sei russa? Cosa aspettate ad ammazzare tutti gli ucraini" si è sentita dire.
Ancora ieri stavo prendendo il caffé con un'amica russa che mi dice: non seguo nemmeno più la guerra, per me è una sofferenza indicibile.
Perché i tifosi non si rendono conto di questo: per un russo tutto questo è una sofferenza tremenda. Anche loro hanno paura, perché hanno un fratello, un figlio, un parente maschio che rischia di essere mandato al macello in Ucraina (la mobilitazione è parziale, ma hanno sbattuto in guerra anche gente non sottoposta al servizio militare, ed è successo a persone che mia moglie conosce personalmente). Su questo capitolo arriva il filorusso da divano: quando un filorusso di mia conoscenza seppe che di fatto avevo fatto scappare il fratello di mia moglie per evitare che finisse in guerra cominciò a parlare di "alto tradimento".
Mio cognato è un informatico, in Ucraina sarebbe durato come un gatto in autostrada. Cosa fai, come essere umano?
Ma l'italiano tifa. Russia-Ucraina è Milan-Inter: aveva ragione Churchill sugli italiani che "perdono le guerre come fossero partite di calcio e la partite di calcio come fossero guerre". Anche quando la "Nazionale" non gioca
I tifosi filoucraini sono spesso destroidi liberali filoamericani classici o "governativi" che stavano dalla parte dei vaccinatori, i tifosi filorussi o sono comunisti che sperano nella rivincita (non capendo che al momento forse sono più "comunisti" gli Usa della Russia) o persone della cosiddetta "Resistenza", tra i quali alcuni che sperano che Putin sia un "liberatore" dimenticando che gli imperi non liberano mai. Occupano. E che Putin si comporterebbe esattamente come i Romani, come Napoleone o come i "liberatori" americani.
Ma le considerazioni politiche qui passano in secondo piano. Come mai si riesce ad avere interazioni più serene con americani o addirittura con ucraini che vedono cascare le bombe sulle loro case che con i tifosi italiani?
Perché gli italiani, da una parte e dall'altra, non considerano il lato umano. Per gli italiani è solo una partita di calcio sulla quale gettare le proprie frustrazioni e i propri idoli polemici.
Francamente dalle nostre parti siamo arrivati ad augurarci anche un duello tra Putin e Zelensky che possibilmente non lasci sopravvissuti per vedere finire sto macello.
E questo tifare fa solo le parti del potere. Come ha detto quell'amica russa di cui sopra. "Tanto a Putin e Zelensky che gliene importa? Loro sono al caldo nei loro bunker. Sono le persone comuni a morire"
Gli italiani non lo capiscono. Tifano per chi manda al macello. Anche per questo sono un popolo predisposto a farsi mandare al macello

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Comprendo il tuo discorso ma fino ad un certo punto.
Messi alla stretta tra la sopravvivenza del proprio e quella del nemico, bisogna scegliere la morte del nemico.
Le guerre sono atroci anche e soprattutto per questo.
 
Mio cognato è ucraino. Ma di Dnipro, madrelingua russa. Grazie alle mie insistenze, sono riusciti ad abbandonare il paese la sera del 23/02 scorso. Lui non aveva comunque nessuna intenzione di farsi ammazzare per il governo-fantoccio di Zelensky. Inizialmente simpatizzavano coi russi, ma il protrarsi delle distruzioni hanno amareggiato sia lui che mia sorella. Ieri il missile che è caduto su Dnipro ha colpito il palazzo dove abitano i genitori. Per loro fortuna il complesso è così grande (ci starebbe dentro un campo da calcio) che l'appartamento dei suoi genitori è rimasto intatto. Io, da filorusso, sono fortemente critico del modo in cui è stato condotta tutta l'azione da aprile in poi, e sinceramente avrei apprezzato di più una campagna più decisa che spazzasse via Zelensky subito. Ora stanno semplicemente radendo al suolo un paese, esattamente come hanno lasciato il Donbass esposto al terrorismo ucraino per otto anni. È chiaro che delle vite umane non fanno gran conto, da una parte e dall'altra, ma rimango dell'idea, pur con mille mal di pancia, che la vittoria russa sarebbe l'unica salvezza per tutti, ucraini, europei e nel mondo. L'Occidente è marcio sino al midollo, e non si può sperare che vinca l'agenda Soros. Sarebbe semplicemente l'azzeramento dell'umanità. Con tutto che cinesi, iraniani e indiani e tutti gli altri preferirebbero comunque una guerra atomica.
 

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Andrea Sartori
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