La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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Non possiamo immaginare la comparsa dello Stato (non in senso moderno, ma in senso di organizzazione politico-economica centralizzata) dal nulla o come transizione netta.
Più discipline sembrano convergere verso una strutturazione dinamica del fenomeno. Probabilmente lo Stato si affermò lentamente, con tante false partenze. Noi "moderni" siamo abituati a pensare il tempo come una freccia e l'evoluzione sociale come continuo progredire in avanti, ma storia e archeologia ci raccontano di popoli che dopo aver sperimentato la vita sedentaria tornarono al nomadismo, dopo l'agricoltura tornarono all'allevamento, dopo la formazione di unità statali rigide e solite optarono per organizzazioni più flessibili e dirette.
Non sempre la nostra idea di maggiore organizzazione corrisponde a un assoluto.

Abbiamo parlato del Regno di Van, in Turchia, che assorbì dai popoli mesopotamici vari aspetti sociali e politici, ma che altrettanto probabilmente perfezionò la lavorazione delle frecce (in particolare della punta delle frecce) dai popoli delle steppe che poi lo distrussero.
La nostra percezione e sensibilità ci porta a dare maggiore importanza a una rappresentazione simbolica di una divinità o a un particolare titolo onorifico, ma nello studio della storia materiale la costruzione e la lavorazione di una freccia o di una semplice punta, è altrettanto decisiva.

L'importanza è data dagli esiti di una buona freccia, che possono essere decisivi in ambito bellico o di caccia (ad esempio). Un fenomeno del genere ripetuto e generalizzato nell'arco di un secolo, può portare, per eterogenesi dei fini, a qualcosa di inatteso in principio.
Andando più sul concreto, la scelta di usare frecce importante dalle steppe implica che questi nomadi svolgessero degli scambi più paritari di quanto la loro condizione lasciasse pensare e anche che questi avessero sviluppato (nonostante il nomadismo) una diversificazione lavorativa tale da permettere ad alcuni individui di occuparsi esclusivamente della lavorazione dei metalli e delle armi. Questo che sembra un piccolo punto nel nulla, è in realtà un dettaglio decisivo, poiché abitualmente ci viene detto che le prime società diversificarono i ruoli lavorativi con l'agricoltura e con un surplus alimentare.
Un abile oratore potrebbe rispondere che queste popolazioni non praticavano un'agricoltura "intensiva" (per gli standard dell'epoca), ma colture stagionali (cambiando semplicemente zone di semina annualmente) e che per certo erano dedite all'allevamento.

Rimane da quantificare se colture stagionali e allevamento fossero sufficienti per sostenere che il solo surplus sia legato all'emergere della stratificazione sociale. Altra possibilità, è che questi popoli si fossero inseriti in un circuito di scambi più grande, lungo il continente euroasiatico, dove svolgevano una sorta di staffetta (che spostava materiali, persone e idee) e che vivessero del surplus commerciale (il quale permise la stratificazione).

Siamo davanti a un punto di svolta che ci costringe a ripensare il ruolo delle riserve e le modalità in cui queste furono accumulate.
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