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Il forum dei patrioti italiani

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Una potenza non fonda il suo potere solo sulla paura o sulla forza, ma anche sulla capacità di generare benessere e quindi consenso.
Possiamo dire che gli USA tracciarono la loro linea come potenza, prima con un protettorato morale sull'America Latina attraverso la dottrina Monroe, nel 1823, che sanciva il non gradimento degli interventi europei in America. Il prosieguo fu il finanziamento durante la I Guerra Mondiale di entrambe gli schieramenti (a fine conflitto erano indebitati tanto i vincitori quanto i vinti); infine con l'intervento contro il nazifascismo e il Piano Marshall.
Anche il sostegno a Giappone e Corea Sud ebbe effetti analoghi.
Alcuni ricercatori si sono sbilanciati e hanno definito il flusso di capitali USA -> Cina, dal 1973, l'equivalente di un Piano Marshall.
Non si può dimenticare il sostegno a Israele e alle petro-monarchie.
Gli USA hanno riempito il mondo di denaro.
Una potenza non può -in un modo o in un altro- non investire nel mondo (anche solo per corrompere o finanziare qualche conflitto).
Il potere, tanto più se globale e unipolare, richiede una spesa continua per creare consenso.
Il meccanismo era noto anche alle comunità della Preistoria: il leader (o l'oligarchia) doveva ciclicamente effettuare riti che prevedessero offerte al gruppo o il dono dei beni in esubero.
Il dono crea un legame, uno scambio, ma deriva da uno scambio materiale che sancisce un primato reale.
Esempio che banalizza, ma aiuterà a capire: sono un pescatore, non userò tutto il pescato solo per la mia famiglia, ne farò dono ai vicini, lo scambierò con un agricoltore, con altri per legna o cacciagione; sul lungo periodo, se il bene da me venduto ha un valore maggiore è possibile che il mio primato diventi politico (dalla mia capacità, dal mio ruolo derivano risorse importanti per il gruppo e tramite lo scambio pesce-ortaggi pesce-legname pesce-cacciagione, permetto un meccanismo di proto-mercato).
Mauss che scrisse un saggio sul tema, notò come popolazioni native americane e dell'area pacifica attribuissero un ruolo al dono, come fattore di coesione sociale.
Il dono è un'antesignano del mercato, perché stabilisce tre momenti: donare - ricevere - ricambiare.
Questo avviene con libertà e in spirito non competitivo (diverso dalle regole del mercato che prevedono reciprocità e tempi prestabiliti). Il dono è libero, il mercato è regolamentato (paradosso per la società del "libero mercato"), non a caso il mercato è collegato alla "fiducia" tra parti (comprereste un automobili da qualcuno di cui non vi fidate?) e nel mercato stesso (chi comprerebbe casa se pensasse che una crisi distruggererà tutto?).
Viene da pensare che il socialismo di mercato sia l'evoluzione naturale di questo bisogno di regole che il mercato stesso richiede per esistere e prosperare. Al contrario, il neoliberismo dell'economia occidentale oltre ad avere impoverito le generazioni più giovani, aumentato debiti pubblici e disoccupazione (eliminato la fiducia verso il mercato) cosa ha garantito?
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