La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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La nostra visione del mondo si giustifica attraverso la lettura che diamo dei fatti.
Abbiamo parlato spesso di come la mentalità anglosassone abbia condizionato la nostra idea di storia, preistoria e evoluzione, ancor di più di come questa possa essere relazionata (almeno in un rapporto di influenza reciproca) alle religione, all'arte o alla letteratura odierne.
Tutto contribuisce a creare il nostro immaginario. La critica, la visione complessa, la problematicità, l'idea di scavare e problematizzare le certezze non è mai accettata con facilità dalla maggioranza.
Nei discorsi comuni prevale il buonsenso, quasi scontato, quello che Heidegger identificava con il "si dice".
Questa banalizzazione ci trapassa ed è tanto più forte, quanto più subdola. Un fumetto, poi trasposto in film, apparentemente innocuo vuole ribadire che i Persiani sono cattivi, liberticidi, sottomessi a un unico signore; al contrario i Greci sono uomini liberi e fieri.
Il meccanismo della propaganda è pervasivo. La mente del creativo che ha concepito questa storia è strumento e vittima di propaganda. Forse, oltre una certa soglia (come nel caso di una singola mente che concepisce un'idea) non è più il caso di parlare di propaganda, ma di consenso sociale.
I regimi politici che controllano una popolazione in una determinata regione, godono del sostegno e dell'appoggio dei cittadini; le istituzioni rappresentano un processo storico (questo vale per tutti dagli USA alla Corea del Nord). Non esiste un meglio o un peggio; nella politica delle masse non esiste il giusto assoluto, ma sempre un bene relativo in base alle circostanze.
Questo immaginario della natura competitiva innata viene propagandato in ogni aspetto: attraverso lo sport ridotto a spettacolo di gladiatori, una certa vulgata sull'evoluzione o la preistoria, l'uso della parola "americani" per indicare i soli "statunitensi", attraverso l'idea dell'alieno cattivo.
Buona parte della filmografia di successo sugli extraterrestri li mostra come implicitamente cattivi e affamati, decisi a distruggerci e ridurci in schiavitù (non abbiamo ancora capito che oltre una certa soglia di sviluppo tecnico, le braccia diventano più un peso che un'opportunità). Anche Steven Hawking ci mise in guardia: "Ogni nuova scoperta è accompagnata dal massacro, pensate a Colombo".
Steven Hawking era sicuramente uomo geniale, ma non un grande storico, intriso di cultura anglosassone: i primi ad arrivare in America furono i Norreni a Vinland (odierna Terranova) e i resti archeologici ci raccontano che restarono ben poco, perché furono tutti uccisi dai nativi (non il contrario).
Tralascio per non ripetermi la storia di Zheng He e di come i cinesi esplorarono l'Oceano Indiano senza fare colonie, creare mercati degli schiavi e decidendo a un certo punto di richiudersi all'interno del proprio Impero per via delle dispute di corte.
La cosa interessante (e su cui mi propongo di tornare a parlare) è non tanto entrare nel merito di "se gli UFO esistano", quanto di come questi siano subentrati in ambiti religiosi.
Le persone che oggi vedono una luce irriconoscibile in cielo non pensano a una stella cometa o a un angelo, ma a un UFO. Questo non è un piccolo passaggio, delinea un grande cambiamento nell'immaginario, una sorta di neo-spiritismo imperiale che per l'ennesima volta pone in confronto il Tardo Antico dell'Impero romano con il Tardo Antico dell'impero statunitense (struttura - sovrastruttura).
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