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Il forum dei patrioti italiani

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In senso stretto lo sciamanesimo è un fenomeno "religioso" (ci sarebbe da discutere sull'applicazione della categoria "religione" a contesti extraeuropei) della tradizione siberiana. "Sciamano" deriva dal tunguso "saman".
Per poca fantasia noi europei incontrando altri popoli estendemmo questa categoria al mondo intero, oggi non ci rimane che fare altro, tenendo presente che si tratta di un'etichetta e che come tale contiene un buon margine di errore.
Abbiamo così ritrovato sciamani in tutta la regione artica, nelle Americhe, nei Veda, nel Tibet pre-buddhista e nell'Eurasia preistorica.
Nello sciamano abbiamo trovato di tutto: l'origine dello filosofia (tramite i culti orfici, originari della Tracia, ponte tra Ellade e mondo centroasiatico - ma non dobbiamo dimenticare che gli antichi Greci stazionavano sulle coste della Crimea); altri vi hanno trovato il primo nucleo del religioso; altri un collegamento con l'arte preistorica.
L'operatore rituale (questo il nome più adatto) come intermediario tra mondo umano e mondo non umano. Lo sviluppo delle capacità cognitive dotò l'uomo del mondo semantico (allargato dalla comunicazione): se io posso convertire questo insieme di simboli convenzionali (la scrittura) in significato è grazie a questo processo; vale lo stesso per altre idee astratte: il socialismo, Dio, lo sciamanesimo, la metafisica, lo spazio-tempo, ecc.
Lo sciamano trova anche una qualche eredità nei "folli di dio": mistici, predicatori, visionari di ogni tempo. Anche questi esercitano una qualche mediazione tra piano spirituale e materiale, spesso oltre le gerarchie ufficiali, immersi nel popolo.
Una delle caratteristiche descrittive dello sciamanesimo è questa: il viaggio e la trasformazione dello sciamano in animale, la metamorfosi (che troviamo anche nella mitologia greca, celtica o vedica).
Le società in transizione dalla vita tribale o di banda alla chefferie o a dei proto-Stati si caratterizzarono (almeno in una fase iniziale) per una "tabuizzazione" del potere.
Ripeto ancora: Clastres studiò come nei gruppi amazzonici il capo non tenesse un potere reale e molto transitorio (la gran bellicosità inter-tribale favoriva una sorta di turn-over); gli studi sulle tombe dei presunti leader neolitici irlandesi mostrano la violazione del tabù endogamico-incestuoso; sappiamo di società in transizione (Egitto faranoico, Hawaii) dove era praticato regolarmente il matrimonio tra fratelli.
Il potere veniva respinto ai margini della cultura e inserito in un mondo "naturale": violava i tabù, infrangeva regole e doveva confermare il patto sociale attraverso costruzioni megalitiche (oggi sappiamo che i lavoratori delle piramidi non erano schiavi).
Qui il ruolo anarcoide e intermedio dello sciamano è focale.
Le simbologie tra potere regale e animali riempiono il mondo: la città di Monte Alban in Mesoamerica stabiliva un legame tra i clan al potere e il giaguaro; la dinastia regnante coreana (e fondativa dello Stato) nasce da una donna orso; qualcosa di simile si rinviene in Cina nella mitologica dinastia fondativa.
L'orso popolo la grotta di Chauvet, in Francia, dove la disposizione sembra essere evocativa di un culto sciamanico. Ancora oggi, alcuni popoli siberiani credono che se si viene uccisi da un orso, questo assorbe l'anima del defunto.
Un ruolo simile in altre latitudini è svolto dai leoni (gli Sciti, popolo nomade delle steppe, ne assorbirono la simbologia dai mesopotamici e cominciarono a trasportare troni leonini lungo le steppe, nonostante l'enorme scomodità per dei nomadi a cavallo).
La simbologia dell'animale come operatore sacro e quindi folle di dio, ribelle, anarchico, esterno alla comunità e come potere istituzionalizzato (e quindi tabù naturale nel regno dell'uomo).
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