Nel 2002 la disoccupazione era al 9,1% oggi è al 7,3%, dato con lieve variazione solo apparentemente positiva. L'Italia -come il resto dell'Unione, Germania in testa- ha visto prolificare contratti, contrattini e formule strane di assunzione. Non solo non esiste più il posto fisso (venduto come il peggiore dei mali possibili), ma non esiste più il lavoro continuativo, formativo, figure di colleghi stabili, tutto è stato disarticolato (anche la lotta sindacale).
Le ore lavorative sono diminuite da 38 nel 2004 a 32 nel 2020 (escluso il nero), a questa ha fatto seguito anche una riduzione del potere d'acquisto (non abbiamo assistito a una riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario come sosteneva Prodi, ma a una riduzione dell'orario di lavoro e quindi a minori introiti per i lavoratori).
Il debito pubblico è rimasto molto alto (ogni tanto calando, ogni tanto salendo).
Sanità, istruzione e sicurezza hanno assistito a tagli continui. I giovani medici italiani scappano all'estero, il servizio sanitario è popolato da pensionandi sovraccarichi in burnout.
Nascite in calo (nel 2050 saremmo 2,5 milioni in meno) che di suo non è negativo, ma dovremmo pensare a delle strategie per sostenere il nuovo welfare.
Intanto l'età pensionabile è stata spostata sempre più in là, ridotta, si è fatto e detto di tutto. Da quando ho 15 anni mi dicono che lo fanno per "noi giovani", oggi ho 37 anni e ho la netta sensazione che oltre a essermi beccato tutto il precariato, non avrò nemmeno una pensione (ma avrò una sanità pubblica che mi permetterà di arrivarci all'età della pensione?).
Le infrastrutture stanno deteriorando, il Sud e le aree montane sono abbandonati, il verde non viene curato (e poi ci stupiamo degli incendi estivi), unico minimo successo era stata l'alta velocità (ma che a distanza di anni dall'essere stata varata ancora non procede oltre Salerno, ma continuiamo a parlare dell'utopico Ponte di Messina e paghiamo a destra e a manca consulenti amici degli amici).
A me sembra chiaro che il trinomio euro, liberalizzazioni e dottrina del debito tanto lontano non ci sta portando.
Mi chiedo come mai non facciano almeno finta di prenderci in giro.
Le ore lavorative sono diminuite da 38 nel 2004 a 32 nel 2020 (escluso il nero), a questa ha fatto seguito anche una riduzione del potere d'acquisto (non abbiamo assistito a una riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario come sosteneva Prodi, ma a una riduzione dell'orario di lavoro e quindi a minori introiti per i lavoratori).
Il debito pubblico è rimasto molto alto (ogni tanto calando, ogni tanto salendo).
Sanità, istruzione e sicurezza hanno assistito a tagli continui. I giovani medici italiani scappano all'estero, il servizio sanitario è popolato da pensionandi sovraccarichi in burnout.
Nascite in calo (nel 2050 saremmo 2,5 milioni in meno) che di suo non è negativo, ma dovremmo pensare a delle strategie per sostenere il nuovo welfare.
Intanto l'età pensionabile è stata spostata sempre più in là, ridotta, si è fatto e detto di tutto. Da quando ho 15 anni mi dicono che lo fanno per "noi giovani", oggi ho 37 anni e ho la netta sensazione che oltre a essermi beccato tutto il precariato, non avrò nemmeno una pensione (ma avrò una sanità pubblica che mi permetterà di arrivarci all'età della pensione?).
Le infrastrutture stanno deteriorando, il Sud e le aree montane sono abbandonati, il verde non viene curato (e poi ci stupiamo degli incendi estivi), unico minimo successo era stata l'alta velocità (ma che a distanza di anni dall'essere stata varata ancora non procede oltre Salerno, ma continuiamo a parlare dell'utopico Ponte di Messina e paghiamo a destra e a manca consulenti amici degli amici).
A me sembra chiaro che il trinomio euro, liberalizzazioni e dottrina del debito tanto lontano non ci sta portando.
Mi chiedo come mai non facciano almeno finta di prenderci in giro.
