La Grande Italia

Il forum dei patrioti italiani

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Con la globalizzazione abbiamo assistito all'estensione del meccanismo centro-periferia, precedentemente limitato al piano locale.
A partire dal '500 il globo diventò un unico sistema-mondo con la Spagna (sarebbe più corretto dire la Penisola Iberica in virtù dell'unione col Portogallo dal 1580 al 1640) a capo.
Già nel '600 si era affermato un nuovo egemone: i Paesi Bassi (dopo scontro sanguinoso con gli spagnoli per ottenere l'indipendenza, in principio per motivi religiosi e di tribunali). Amsterdam fino al '700 fu il principale porto schiavistico d'Europa, punto d'arrivo delle merci dall'Oriente (in cui gli olandesi avevano dissanguato i portoghesi) e indirettamente dei metalli preziosi americani. L'argento, l'oro e il platino del Potosì, riscendevano tramite il Paranà fino al Rio de la Plata e da lì si imbarcavano verso la Spagna, da dove venivano smistati verso le banche: Anversa e Genova in un primo momento, Amsterdam e Londra dopo.
I tempi cambiavano, nel 1602 nasceva la Compagnia delle Indie Orientali, la prima multinazionale.
L'estensione del potere del capitale, della sua capacità di penetrazione, di condizionare gli uomini, di cambiare la storia: questa è la storia della globalizzazione e quindi del capitalismo.

Il predominio olandese durò lungo tutto il '600, durante il '700 fu offuscato dalla crescita francese e inglese.
La Francia passò buona parte del '700 a sembrare di esser lì per lì dal diventare potenza egemone (almeno in Europa); neanche la Rivoluzione Francese scalfì questo grumo di potere, ma la fine dell'esperienza napoleonica chiarì al mondo che il destino non era nelle battaglie in Austria, Russia o Italia, ma nei mari e in quelli (dopo quattro guerre anche con gli olandesi e il ridimensionamento svedese per mano russa) c'era solo il vincitore di Trafalgar.

Il Regno Unito trasformò il mondo.
Le guerre dell'oppio (che avviarono un periodo di convulsioni in Cina conclusosi solo dopo la Rivoluzione Culturale, quindi un secolo dopo) e la proclamazione dell'Impero in India nel 1858 (dovuto a una rivolta per l'uso di grasso animale sui proiettili dei soldati locali) furono il momento in cui si svelava la strategia di penetrazione europea dei mari, iniziata secoli prima con Enrico il Navigatore in Portogallo (che non a caso puntava verso Sud per arrivare in Oriente).
L'Europa (la sua civiltà ormai ramificata anche in America e Oceania) aveva accumulato attraverso il commercio triangolare, la schiavitù e la colonizzazione dell'Africa un capitale primario da reinvestire nella colonizzazione dell'Asia.
Solo pochi anni prima l'India dei Moghul aveva rappresentato da sola il 12% del PIL mondiale, la Cina nel '700 produceva più ferro e ceramiche di Francia e Regno Unito assieme.
Per la prima volta le città europee crebbero fino a raggiungere quelle asiatiche.
Sul finire del '800 seguì un periodo di affermazione tedesca (come già per la Francia un secolo prima): prima l'equilibrismo di Bismarck e poi la politica marittima del Kaiser, le avventure marocchine, l'impegno a sostegno dei Boeri nelle guerre contro gli inglesi e l'impegno coloniale in Namibia e Tanzania (spina nel fianco del progetto inglese di unire l'Africa dal Cairo a Città del Capo).
La rivalità anglo-tedesca si concluse con due guerre (che forse dovremmo cominciare a vedere come una) e l'ascesa USA (con parallela bolla sovietica) sul mondo.
L'egemonia USA si formalizzava nel 1919. Gli europei provarono colpi di testa (avventura anglo-francese a Suez nel 1956), ma con scarso esito.

Guardando i precedenti in chiave generale (quindi sorvolando sua una serie di dettagli che andrebbero storicizzati), vediamo alcuni elementi:
1) Un primo momento multipolare alla fine del '700 (ascesa francese, declino dei Paesi Bassi, ascesa UK, nascita USA) e uno alla fine dell'800 (ascesa di Germania, Russia e USA, modernizzazione di Giappone e sempre USA con fine schiavitù, unità d'Italia). Questi coincidono con convulsioni geopolitiche, ma soprattutto con le due rivoluzioni industriali. Ogni ciclo tecnologico aumentava la possibilità di controllo, di dominio, di crescita economica, demografica, di estensione territoriale e favoriva una nuova gara competitiva tra potenze.
Il mondo odierno con internet, l'IA, la robotica e lo spazio sembra vivere una svolta simile.
2) Ogni ciclo egemonico sembra avere una durata approssimativa di 100/130 anni, il dominio USA volge probabilmente al termine (che non implica il crollo degli USA: Paesi Bassi e Regno Unito sono ancora tra i paesi più ricchi del mondo).
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