Ieri leggevo su un canale telegram messicano (traduco e parafraso): "Il governo degli Stati Uniti ha creato una società farmacodipendente, in cui una parte della popolazione è narcotizzata per permettere ai ricchi di continuare ad arricchirsi a suo discapito".
A questa descrizione avrei aggiunto:
1- Che i narcotici in Nord America arrivano (sotto forma di droga illegale) anche dal centro-sud del continente, tramite figure spesso tirate su dai vari CIA/DEA, salvo poi farli fuori se si mettono in testa qualcosa di più.
2- Che ogni tanto qualcuno impazzisce e invece di drogarsi prende un'arma e comincia a sparare sulla folla (scuole, ospedali, strade, uffici, spiagge).
Ora la società USA nasce su queste basi: la violenza diffusa (cacciatori di pelli, cacciatori di nativi, cacciatori di streghe, schiavisti), la dipendenza da sostanze per attutire i conflitti sociali (agli schiavi veniva dato un mix di thè e alcool che tirava su l'umore e alleviava la fatica del lavoro), la repressione di questi due fenomeni spesso in modo contraddittorio e controproducente (il proibizionismo: fatto salvo eleggere gente che si era arricchita vendendo alcolici di nascosto).
Fin qui, io vi direi: nulla di strano, ciascuno ha la sua storia.
Tuttavia, negli USA un colpettino in più c'è stato. Il declino evidente e l'ascesa di altri attori ha costretto la classe dirigente a farsi delle domande e ora si chiedono: meglio co-gestire il multipolarismo o meglio insistere con un'egemonia mondiale?
Su questa linea di faglia passa tutto: la spaccatura Rep/Dem, la spaccatura nei repubblicani, nei Dem, tra i capitalisti, nella società (ad esempio, qualcuno potrebbe chiedersi perché spendere soldi per Kiev e non in sanità pubblica?).
Visto che hai il privilegio di poter stampare dollari in libertà e di usarli come vuoi, perché in tutti questi decenni nessun presidente ha messo su un welfare corposo per rendere la società meno diseguale?
Scelte politiche e ideologiche.
La società americana si regge sul fatto che quando stai bene ti rimbocchi le maniche e nel bene o nel male ti prepari a pagare i conti per vecchiaia e malattia; se non ci riesci sei tu che sei pigro, raramente è colpa della società che pretende pochissimo da te (tasse e servizio militare grattati via), ma che in compenso non ti dà nulla.
So che sono misure non calcolabili, forse banali, moraleggianti, ma il punto focale è che una società per reggere deve avere le carte e gli USA si sono smarriti; droga e sparatorie vanno bene per gestire una crisi del debito e una politica, ma non possono durare 40 anni, pena indebolire il tessuto sociale e produttivo (avvitando la crisi).
In senso analogo va tutta la riflessione sulla libertà di insegnamento. Il dibattito sul diritto dei genitori di educare come dicono loro i figli a difesa della libertà, in principio è stupendo in pratica questo crea terribili diseguaglianze, spesso su base razziale e affida alle (spesso peculiari) idee dei genitori l'educazione dei cittadini futuri (in altre parole, non possiamo affidare l'anarchia a gente che la usa per fare il lavaggio del cervello ai figli).
Questa è la chiusura di uno stile pedagogico e generazionale, destinata per forza di cose ad impattare sulla tenuta sociale.
A questa descrizione avrei aggiunto:
1- Che i narcotici in Nord America arrivano (sotto forma di droga illegale) anche dal centro-sud del continente, tramite figure spesso tirate su dai vari CIA/DEA, salvo poi farli fuori se si mettono in testa qualcosa di più.
2- Che ogni tanto qualcuno impazzisce e invece di drogarsi prende un'arma e comincia a sparare sulla folla (scuole, ospedali, strade, uffici, spiagge).
Ora la società USA nasce su queste basi: la violenza diffusa (cacciatori di pelli, cacciatori di nativi, cacciatori di streghe, schiavisti), la dipendenza da sostanze per attutire i conflitti sociali (agli schiavi veniva dato un mix di thè e alcool che tirava su l'umore e alleviava la fatica del lavoro), la repressione di questi due fenomeni spesso in modo contraddittorio e controproducente (il proibizionismo: fatto salvo eleggere gente che si era arricchita vendendo alcolici di nascosto).
Fin qui, io vi direi: nulla di strano, ciascuno ha la sua storia.
Tuttavia, negli USA un colpettino in più c'è stato. Il declino evidente e l'ascesa di altri attori ha costretto la classe dirigente a farsi delle domande e ora si chiedono: meglio co-gestire il multipolarismo o meglio insistere con un'egemonia mondiale?
Su questa linea di faglia passa tutto: la spaccatura Rep/Dem, la spaccatura nei repubblicani, nei Dem, tra i capitalisti, nella società (ad esempio, qualcuno potrebbe chiedersi perché spendere soldi per Kiev e non in sanità pubblica?).
Visto che hai il privilegio di poter stampare dollari in libertà e di usarli come vuoi, perché in tutti questi decenni nessun presidente ha messo su un welfare corposo per rendere la società meno diseguale?
Scelte politiche e ideologiche.
La società americana si regge sul fatto che quando stai bene ti rimbocchi le maniche e nel bene o nel male ti prepari a pagare i conti per vecchiaia e malattia; se non ci riesci sei tu che sei pigro, raramente è colpa della società che pretende pochissimo da te (tasse e servizio militare grattati via), ma che in compenso non ti dà nulla.
So che sono misure non calcolabili, forse banali, moraleggianti, ma il punto focale è che una società per reggere deve avere le carte e gli USA si sono smarriti; droga e sparatorie vanno bene per gestire una crisi del debito e una politica, ma non possono durare 40 anni, pena indebolire il tessuto sociale e produttivo (avvitando la crisi).
In senso analogo va tutta la riflessione sulla libertà di insegnamento. Il dibattito sul diritto dei genitori di educare come dicono loro i figli a difesa della libertà, in principio è stupendo in pratica questo crea terribili diseguaglianze, spesso su base razziale e affida alle (spesso peculiari) idee dei genitori l'educazione dei cittadini futuri (in altre parole, non possiamo affidare l'anarchia a gente che la usa per fare il lavaggio del cervello ai figli).
Questa è la chiusura di uno stile pedagogico e generazionale, destinata per forza di cose ad impattare sulla tenuta sociale.
