Una delle cose che, sin dall'era del berlusconismo - che ho vissuto in pieno - non ho mai accettato della dialettica politica è l'equiparazione di ciò che in Italia chiamiamo destra e sinistra. Specifico "ciò che in Italia chiamiamo come tali" perché in realtà, in un paese sano, c'è bisogno sia dell'una che dell'altra. Il problema è che quella che in Italia si fa chiamare sinistra ormai è diventata una cosca mafiosa che minaccia seriamente la democrazia. Certamente, poi, la destra ha compiuto e sta compiendo oggi alcune azioni che non si discostano molto, sul piano politico, da ciò che fa la sinistra. Ma io guardo molto anche all'aspetto socio-antropologico. E non c'è dubbio che se la Meloni e Salvini hanno i loro difetti, non ho mai visto da parte loro - come non le ho mai viste dalla buonanima di Berlusconi - parole violente nei confronti dei loro avversari politici. C'è un abisso, in termini di educazione, civiltà e stile, tra questi due ragazzi un po' limitati, con una classe dirigente un po' particolare, e la mafia rossa che minaccia il paese. E si è visto per esempio quando la Murgia raccontò per la prima volta di essere gravemente malata. Giorgia Meloni osò pubblicare un affettuoso messaggio di solidarietà e, per tutta risposta, tutti i capibastone della sinistra militante glielo ritorsero contro, facendola passare come "un'aggressiva passiva". Vi sembra davvero che non vi sia differenza tra questi due mondi?

Come sempre accade - e come scritto innumerevoli volte qui dentro, fino alla noia - non bisogna guardare i temi proposti dai mass media nel loro effettivo contenuto ma considerarli come dei pesci pilota che conducono all'effettivo punto di fondo. Così, la vicenda del pastificio Rummo, nella sua consueta banalità, nel consueto tentativo di dividere in due le masse, va visto per quel che è: per l'ennesimo segnale di una parte politica, che semplificativamente chiameremo sinistra e che invece è qualcosa di diverso.
La prima cosa da dire al riguardo è che il boicottaggio dovrebbe finalmente diventare reato. Troppe persone dimenticano che quando si esorta pubblicamente a non comprare un prodotto - per motivi che oltretutto non hanno nulla a che fare con la sua effettiva qualità - non si colpisce soltanto il titolare ma, soprattutto, chi lavora per la sua azienda. Che alla sinistra, in realtà, non freghi nulla dei lavoratori, si vede dal fatto che siamo il paese dei salari più bassi e degli stipendi dei dirigenti sindacali più ricchi. Ma in generale, farsi forza del proprio seguito per boicottare un prodotto è un atteggiamento mafioso che è giunto il momento di punire.
La seconda cosa è cominciare a porsi il problema di cosa fare con questa sinistra. E al riguardo non c'è molto da dire: tutto l'Occidente è minacciato da una mafia internazionale che sta letteralmente facendo a brani la democrazia e la libertà e con cui non si può più pensare di misurarsi seguendo vie pacifiche. Questa è l'esatta dimensione del problema che non si vuol capire: con chi usa la violenza per imporsi, con chi propaganda boicottaggi per motivi politici, con chi dà vita a linciaggi mediatici ai danni di una persona, con chi usa la doppia morale per valutare diversamente le singole vicende, con chi dice di combattere l'odio ma poi, nei fatti, lo promuove contro chiunque la pensi diversamente, ci sono due possibilità: o si introducono nuovi reati oppure si usa la forza e si inizia a chiudere giornali e associazioni che, utilizzando metodi mafiosi, minacciano la libera espressione.

Una volta che si sia preso atto della cosa, bisogna iniziare seriamente a porsi - internazionalmente - il problema che qui non siamo di fronte ad una dialettica tra una sana sinistra socialista e una sana destra liberale, che si affrontano ciascuno portando i propri temi, le proprie argomentazioni ma che per il resto concordano sui valori fondamentali - libertà di espressione, amore di patria - ma di fronte ad una mafia che minaccia di distruggere la libertà e la democrazia in questo paese e con la quale bisogna finalmente avere il coraggio di rapportarsi trattandola come si tratta la mafia: come un ente con cui non si dialoga e col quale c'è un unico posto dove incontrarsi.
La galera.

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Franco Marino
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