Le domande che i filoputiniani e filorussi, amanti di metafore di stampo proustiano, non si pongono mai: perché Mosca arretra da quarant'anni e non riesce a imporsi autorevolmente nel suo estero vicino? Siamo sicuri che sia solo una questione di ONG, corruttela e malefico influsso occidentale? A che serve penetrare nel Sahel se poi i tuoi vicini preferiscono affidarsi a un Papa straniero che sta a 10 mila km di distanza, e che incidentalmente è anche il tuo (presunto) nemico N. 1? Forse al Cremlino preferiscono che il pacificatore del Caucaso sia Trump piuttosto che l'ingombrante "alleato" Xi.