I maturandi che fanno scena muta, credendosi Bartleby lo scrivano, rappresentano una vetrina di lusso per i seguaci della sostituzione etnica. Quale messaggio trasmettono quei ragazzi? Gli italiani sono mediamente improduttivi e viziati. Non si sono accorti che la loro quinta potenza economica mondiale è diventata una nazione in via di (sotto)sviluppo. Meglio sostituirli con torme di stranieri umili e sgobboni ("laurà laurà e zitt", direbbe Ottavio Bianchi), non necessariamente africani o islamici, disposti a fare anche 2-3 lavori part-time. Questo è ciò che ai piani alti pensano tutti, TUTTI, anche coloro che promettono la remigrazione e si atteggiano a reazionari agitando il babau di Kalergi. E non è detto che abbiano torto. Nessuno si oppone veramente alla sostituzione etnica, né si preoccupa dei giovani che si trasferiscono all’estero o dei poveri che non possono permettersi le cure mediche, perché per le esigenze del capitalismo all’americana, che domina incontrastato e ha ormai conquistato le menti di ogni latitudine, la purezza etnica è un disvalore, un ostacolo, un qualcosa di antieconomico.