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<a href='/tags/?tag_encode=bGVvbmUteGl2' class='initial-tag' data-xf-init='preview-tooltip' data-preview-url='/tags/?tag_encode=bGVvbmUteGl2'>leone xiv</a>.jpg
Quando nell'ormai lontano 24 Febbraio 2022 scoppiò il conflitto in Ucraina fu subito chiaro agli osservatori più attenti di come fosse riduttivo definire tale conflitto come una guerra tra truppe di Mosca Vs. truppe di Kiev. Infatti l'Ucraina è sempre stata la punta di un iceberg, come si suol dire. Ovvero la parte visibile di un contesto molto, molto più ampio.
Infatti l'Ucraina è stata utilizzata dalla NATO come testa d'ariete per sconfiggere militarmente la Russia. In pratica Kiev, tre anni fa, ha iniziato a condurre una guerra per conto terzi voluta, ideata e organizzata dagli Stati Uniti. E tutta l'Europa, a parte qualche sparuta eccezione, ha seguito pedissequamente il volere di Washington.
E ovviamente la propaganda occidentale si prodigò fin da subito per instillare nelle popolazioni appartenenti all'area NATO una paura irrazionale e un profondo odio nei confronti della Russia e dei suoi abitanti. La russofobia, in poche parole.
Immaginatevi il cosiddetto "uomo della strada" bombardato quotidianamente da messaggi, veicolati dai mass media, nei quali si descrive la Russia come un Paese intrinsecamente minaccioso, violento, popolato da selvaggi sottosviluppati e governato da un pazzo sanguinario.
Ma se fosse solo l'"uomo della strada" di cui sopra ad essere infettato dalla russofobia poco male. Il problema è che la quasi totalità dei politici occidentali sono succubi di questa patologia psichica e intellettuale. Ed essendo una patologia, appunto, non la si debella dall'oggi al domani.
Infatti, se l'amministrazione Biden aveva innescato e gettato benzina sul conflitto ucraino, la nuova amministrazione Trump ha deciso di tirarsi fuori da tale conflitto. Ma clamorosamente i leader europei, sempre proni ai desiderata dello Zio Sam, in questa occasione non hanno voluto seguire Washington nella scelta di concludere le ostilità in Ucraina.
Le ragioni dell'Europa sono molteplici ma tra le altre c'è sicuramente la sclerotizzazione dell'odio verso la Russia. Un odio così virulento, così totalizzante da offuscare le menti. In pratica le alte e altissime gerarchie europee si sono imbevute di talmente tanta russofobia che quest'ultima ha raggiunto la stessa percentuale di acqua contenuta in una medusa. E la medusa è praticamente costituita di sola acqua.
Comunque ho notato che queste dinamiche non sono una peculiarità della politica internazionale ma si possono riscontrare anche in ambito cattolico.
A tal proposito torniamo indietro di qualche anno e concentriamoci sull'inusuale "abdicazione" di papa Ratzinger nel 2013 e sull'elezione al soglio petrino del cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio. Che prenderà il nome di Francesco.
Chiaramente non starò qui a riepilogare per filo e per segno le poche luci e le molte ombre del pontificato a trazione argentina. Fatto sta che i 12 anni dell'era bergogliana hanno creato profonde ferite in seno alla Chiesa e nei cuori dei cattolici. Provocando in questi ultimi sentimenti che andavano dallo sconforto, al sospetto fino a sfociare in vera e propria rabbia. Per non dire addirittura odio.
Purtroppo questi sentimenti, col tempo, si sono incancreniti.
E infatti, a conferma di ciò, la venuta di papa Leone XIV è stata accolta da buona parte di cattolici incattiviti e abbruttiti dal pontificato precedente. Con tutte le conseguenza del caso.
Infatti come è accaduto per i leader europei che, obnubilati dalla russofobia hanno rigettato il cambiamento di strategia degli Stati Uniti, così gran parte dei cattolici si son trovati letteralmente impediti a riconoscere in Leone XIV un papa in discontinuità con il proprio predecessore. E personalmente ritengo che tale chiusura mentale impedisca di riconoscere anche un redivivo San Pio X, se questo dovesse accadere.
Per quanto mi riguarda non mi aspetto che papa Prevost prenda in blocco tutto ciò fatto e detto dal suo predecessore e lo butti platealmente nel'immondezza. Si sa che tra le stanze vaticane bisogna muoversi come in una cristalleria lastricata di uova. Però penso che anche il più piccolo segno di discontinuità rispetto al pontificato precedente vada accolto con gioia.
A tal riguardo faccio mio il verso contenuto nel brano intitolato "Soli" e cantato da Lucio Battisti:"Ai primi freddi/Anche un niente caldo diventa qualcosa". E noi cattolici abbiamo subito 12 anni di tempesta siberiana...
Poi c'è un fattore che mi porta ad essere ottimista riguardo questo pontificato allo stato embrionale.
Come giustamente ha fatto notare Padre Serafino Maria Lanzetta, dei Francescani dell'Immacolata, tutti i papi da Giovanni XXIII fino a Francesco sono stati legati indissolubilmente al Concilio Vaticano II.
Giovanni XXIII lo aprì, Paolo VI lo concluse. Giovanni Paolo II visse in pieno il Concilio. Il teologo Joseph Ratzinger, futuro papa Benedetto XVI, partecipò concretamente ai lavori del Concilio come consulente di uno dei padri conciliari. Infine anche Bergoglio, evidentemente, visse quel periodo in prima persona ed ogni suo poro fu impregnato dal cosiddetto "Spirito del Concilio". Cosicché potremmo affermare, senza tema di smentita, che papa Francesco è stato a tutti gli effetti il "frutto" più maturo del Concilio Vaticano II.
Invece papa Prevost, per evidenti ragioni anagrafiche, (è nato nel 1955) si può dire che sia relativamente rimasto immune dal "Moloch" conciliare pur essendo anch'egli un "figlio del Concilio", come tutti i cristiani nati dopo il 1962. Nel senso che il Concilio Vaticano II da quasi un secolo, e per molti ambienti sedicenti cattolici, viene considerato come una sorta di spartiacque tra la Chiesa "vecchia" e la Chiesa "nuova". Tra le alte e altissime gerarchie cattoliche, dopo il 1965, si iniziò a parlare del Vaticano II come il Concilio con la "C" maiuscola. Un Concilio che avrebbe dovuto annullare di fatto i 20 concilii precedenti "spalmati" nell'arco di 2000 anni.
Come una sorta di Lutero in sedicesimo tanti laici e, purtroppo, tanti consacrati furono presi da un'incontenibile superbia che li portò a pensare:"Fino al 1965 la Chiesa si è sbagliata ma fortunatamente siamo arrivati noi che abbiamo capito tutto!".
Però, a distanza di anni, possiamo dire serenamente che l'ultimo Concilio ha fallito l'obiettivo che si era prefissato. E questo obiettivo partiva dal presupposto che se la Chiesa avesse spalancato la finestra sul Mondo quest'ultimo si sarebbe riversato e convertito all'interno di essa. Invece è accaduto esattamente il contrario. Il Mondo è rimasto dov'era e, attraverso la stessa finestra, la Chiesa si è riversata nel Mondo. Svuotandosi. Sia fisicamente che spiritualmente.
E questo fallimento evidentemente fu percepito quasi immediatamente poiché lo stesso Paolo VI, nel 1972, ebbe ad affermare che il fumo di Satana era penetrato nella Chiesa attraverso qualche fessura. Abbiamo appena visto che la "fessura" in questione era in realtà una finestra spalancata ma tant'è...
Comunque, continuando a disquisire in modo metaforico, immaginiamo di aprire una finestra della nostra abitazione mentre il nostro vicino di casa è intento ad arrostire pesce e carne al barbecue. Il fumo prodotto dalla grigliata entrerà inevitabilmente nella nostra abitazione impregnando ogni centimetro delle nostre suppellettili. E per disperdere questo fumo cosa possiamo fare? Se non possediamo una ventola l'unica cosa da fare è aprire un'altra finestra dal lato opposto dall'abitazione affinché provocare una corrente d'aria. Questa corrente disperderà in breve tempo il fumo e l'aria viziata accumulata.
Con ciò voglio dire che Leone XIV non ha bisogno di fare gesti eclatanti.
Se i suoi predecessori hanno spalancato la finestra per far entrare il fumo del relativismo e della mondanizazzione papa Prevost non deve far altro che spalancare la finestra per far entrare lo Spirito Santo.
Infatti il suo immediato predecessore ha praticamente passato tutto il proprio pontificato a soffocare ogni afflato di spiritualità da qualsiasi fonte esso provenisse. Annichilendo ogni forma di Tradizione cattolica, con una foga a dir poco iconoclastica.
Quindi per anni i fedeli cristiani si sono dovuti sciroppare le assurde ideologie globaliste, come il woke e il green, con l'imprimatur del vescovo di Roma. Ideologie totalmente scollate dalla logica e dell'intelligenza umana e che di fatto ribaltano la Verità. Come dire che 2+2=5, il sole bagna, l'acqua asciuga, il cielo è verde e l'erba è blu.
Perciò già il fatto che Leone XIV, in una delle sue prime uscite pubbliche, abbia ribadito che la Famiglia è basata sull'unione stabile di un uomo e una donna dimostra già di essere in controtendenza col pontificato appena trascorso.
Ma poi non dimentichiamoci di un fatto. E che cioè papa Prevost è anche laureato in matematica.
Quindi mi aspetto che Leone XIV non solo ci confermi nella Fede ma ci confermi pure che 2+2=4.

Alessio Paolo Morrone

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"Clamorosamente i leader europei, sempre proni ai desiderata dello Zio Sam, in questa occasione non hanno voluto seguire Washington nella scelta di concludere le ostilità in Ucraina." Le tensioni Europa-Russia sono linfa vitale per lo zio Sam (che ha ereditato la visione imperiale e marittima britannica) e le oligarchie europoidi da almeno un secolo. Il comportamento degli eurofessi sembra clamoroso e assurdo solo a chi crede sul serio che Trump sia in buonafede. Dirò di più: la minaccia di porre dazi del 50% al Vecchio Continente serve proprio a indurre Bruxelles al riarmo e al suicidio collettivo.
 
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