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Considerazioni sparse
La condanna a Putin della Corta dell'Aia è un errore per una serie di motivi:
1- Un tribunale è tale se è un ente terzo fra parti in causa, se il tribunale è di parte io ho il diritto di non riconoscerlo. Si dirà che infatti la Russia non lo riconosce e aggiungo che non lo fanno neanche Stati Uniti, Cina o Israele. Sembra un tribunale pantomima che ogni tanto deve condannare leader non occidentali per far sentire gli europei importanti.
I belligeranti (e ormai in Ucraina lo siamo) hanno tutto il diritto di voler vincere un conflitto, di andare avanti, ma questo implica accettare le estreme conseguenze delle proprie scelte e dire apertamente che si vuole vincere la guerra, non che si sta combattendo contro l'imperialismo russo, contro la follia di Putin o per i diritti umani.
L'Occidente, i suoi governanti e giornalisti, hanno tutto il diritto di mettere avanti i valori (accettando che così facendo la trasformano in una crociata), ma devono chiedersi come combatterla questa crociata.

Prendo atto che continuiamo a confondere desiderio e realtà, se oggi mettessimo in fila tutti gli articoli (solo in italiano) in cui si diceva: "la Russia sta per finire le armi e quindi combatte con le zappe (ma era un segreto, che i giornalisti italiani avevano scoperto non si sa come) o che l'economia russa crollerà in due settimane o che Putin sta per morire o che si sta per consumare un golpe", potremmo riempierci un palazzo.

Siamo a più di un anno dall'intervento russo e l'economia è ancora in piedi, i cittadini russi mi sembrano ben lontani da una rivolta (che non faranno certamente per Netflix, McDonald's o Pantene), l'esercito russo non mi sembra che abbia smesso di inviare uomini e armi al fronte.
Non lo dico perché putiniano (che senso avrebbe in Italia?), lo dico da amante della pace e da persona intelligente.

La pace si fa con un nemico che va accettato come tale e che quindi non ci piace.
Non si può dire: "mandiamolo in galera". La Russia non è l'Iraq di Saddam o la Libia di Gheddafi, non puoi sbarcare, entrare e fare come vuoi in barba al diritto internazionale (quello si, di un qualche peso nella realtà condivisa), tentare di rovesciare Putin vuol dire andare lì armati e causare una guerra nucleare per qualcosa di cui al cittadino medio occidentale non frega nulla (e per certo non è disposto a rimetterci la pelle).

Si ha tutto il diritto di scrivere che Putin è pazzo o che la Russia tra due settimane sarà in fallimento, ma dopo un anno, se ci importa veramente di quelli che soffrono sarebbe più utile smettere di lanciare anatemi e pensare a dialogare con uno che può non piacerci, ma è quello che passa il convento.
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